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Pippo Callipo, il re del tonno e gli spari contro la sua azienda: «Denuncio le cosche. La Calabria è una terra difficile»

17 Gennaio 2024 - 09:29 Redazione
L'imprenditore si mostra più determinato che mai a combattere la criminalità organizzata. «Ho pensato ai miei 500 dipendenti»

Una «dimostrazione di forza», o forse «un avvertimento»: i colpi di pistola sparati lo scorso sabato all’indirizzo di un magazzino dell’azienda Callipo, nell’area industriale di San Pietro Lametino, volevano mandare un messaggio. Ma non sono riusciti a intimidire il re del tonno, Pippo Callipo, che anzi si mostra più determinato che mai a combattere la criminalità organizzata. «Ho pensato ai miei 500 dipendenti, che sono l’anima delle mie aziende. È come se quei colpi di pistola avessero attinto anche loro. C’è chi tenta la strada più facile, scendendo a compromessi con le cosche, che li fanno sentire sicuri, poi però gli fregano l’azienda. Io, invece, denuncio», ha spiegato in un’intervista al Corriere della Sera.

«Ho scelto di lottare»

Nonostante la tempra, e la convinzione che fare impresa in Calabria sia ancora possibile, l’imprenditore tradisce un po’ di stanchezza. «A volte ti prende lo scoramento. Io, però, ho deciso di lottare e di sfidare le organizzazioni criminali, che spesso si fanno sentire con atti intimidatori, come è successo a me, e il sistema di corruttela che ammorba le imprese – racconta -. La Calabria è una terra difficile e chi resta qui a fare impresa deve mettere in conto che questa è una regione dove la legalità, il senso civico, le infrastrutture, sono fattori che molti ignorano. Quando ne parlo nei convegni mi prendono per paranoico».

Un altro fronte su cui insistere per provare a salvare il territorio, secondo Callipo, è quello delle nuove generazioni. Questo perché la Regione «sta diventando una terra di anziani. I giovani vanno tutti via dopo la laurea per andare all’estero. Chi rimane è costretto a lavorare al nero. È una vera piaga – conclude – Non c’è attività che non sia piena di giovani mal pagati e sfruttati. La politica, i sindacati, l’ispettorato del lavoro, sono tutti consapevoli di questo fenomeno. Nessuno, però, fa qualcosa per arginarlo».

Saccomanno (Lega): «Faremo tutto il possibile»

Più pessimista si dimostra il commissario regionale della Lega, Giacomo Francesco Saccomanno. Che in una nota commenta: «Pensare ad una possibile crescita della Calabria è quasi impossibile dinnanzi ad azioni violente come quelle che hanno colpito l’imprenditore Pippo Callipo e che, oramai, sono un susseguirsi di condotte aggressive e intimidatorie». «Colpire l’azienda Callipo – aggiunge Saccomanno – vuol dire tentare di intimidire tutti i calabresi e tutti i coraggiosi imprenditori che lavorano in Calabria per uno sviluppo legale di questa terra».

Si rende dunque «indispensabile», dal suo punto di vista, «un piano straordinario per fornire al nostro territorio tutte quelle innovazioni che possano maggiormente tutelare i cittadini, le aziende, gli amministratori, i sanitari e gli imprenditori». In altre parole: «Non è concepibile che gli impianti delle telecamere, per come dichiarato alla stampa, non funzionino per mancanza di manutenzione. È questa una grave responsabilità che non può essere ulteriormente tollerata». Infine, le promesse: «La Lega farà di tutto per sostenere un’azione concreta di legalità e di difesa delle aziende e delle persone che si contrappongono alla ‘ndrangheta, condannando le azioni di evidente intimidazione ed aggressione e, contemporaneamente, esprime profonda vicinanza e solidarietà a Pippo Callipo, alla sua famiglia ed a tutti i lavoratori».

«La liberazione della Calabria è in corso»

Anche il presidente dell’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli, ha voluto esprimere la sua vicinanza e solidarietà all’imprenditore Callipo. «Nell’esprime forte condanna e profonda vicinanza alla sua famiglia e ai suoi dipendenti, mi rivolgo all’imprenditore lungimirante, espressione concreta di legalità in Calabria, per manifestare la mia sincera solidarietà umana e professionale, invitandolo a continuare, come sono certo farà, ad andare avanti nel suo percorso di crescita».

Da ultimo, è intervenuto l’ufficio comunicazione del Gruppo cooperativo Goel (che fin dal 2003 opera per il cambiamento e il riscatto della Calabria). In una nota ha affermato: «La liberazione della Calabria dalla ‘ndrangheta, dal malaffare e dalle massonerie deviate è in corso. Sappiamo bene che le azioni che vanno nella direzione dell’etica efficace stanno creando un argine fisico e tangibile allo strapotere criminale. Per questo esortiamo il gruppo Callipo ad andare avanti con la stessa fierezza e determinazione di sempre, affinché non si faccia cogliere da quella ‘depressione sociale’ che la ‘ndrangheta vorrebbe attivare con questi ignobili atti».

Foto copertina: Corriere della Sera/Imagoeconomica

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