Il processo per la strage del Mottarone, Leitner risarcisce 76 parenti. Il nonno di Eitan presente in aula: «Qui per il bene della famiglia»
La società Altoatesina Leitner, imputata nel processo per alla strage della funivia Stresa-Mottarone del 23 maggio 2021, ha risarcito 76 parti civili. L’unica posizione ancora da chiudere riguarda Eitan Biran, il bambino di 9 anni, unico sopravvissuto alla tragedia dove persero la vita 14 persone, tra cui i suoi genitori. È cioè che è emerso dall’udienza preliminare, durata circa un’ora, che si è celebrata questa mattina alla Casa della Resistenza di Verbania. «Oggi (17 gennaio, ndr), in occasione della prima udienza preliminare, è stato comunicato ufficialmente al gup l’intervenuto accordo di natura risarcitoria tra Leitner e tutti i familiari delle 14 vittime della tragedia del Mottarone – si legge nella nota di Leitner -. L’ammontare complessivo dell’accordo con le parti, sul cui importo i familiari hanno chiesto la riservatezza, è comunque estremamente rilevante e superiore a quanto già ottenuto dagli stessi in via assicurativa».
La società altoatesina tiene inoltre a precisare che «vista l’inadeguata copertura assicurativa della società di gestione dell’impianto – prosegue il comunicato -, Leitner ha spontaneamente messo a disposizione dei familiari delle vittime queste rilevantissime somme, prima ancora di poter far valere nel processo non solo la propria completa estraneità ai fatti ma la propria posizione di parte essa stessa lesa dall’evento». Dopo aver ribadito come «la responsabilità di questa immane tragedia non siano da individuarsi all’interno della società», Leitner comunica l’intenzione di voler agire «in tutte le sedi a presidio della propria immagine e risarcimento dei danni subiti». L’accordo con le parti risarcite prevede anche una «espressa autorizzazione rilasciata dalle parti lese affinché Leitner possa procedere a sua volta ad avviare tutte le iniziative risarcitorie, a riparazione delle somme anticipate, verso i soggetti effettivamente responsabili dell’accaduto». Al termine dell’udienza, dove i legali di undici parti civili hanno avanzato richiesta di costituzione, è stato disposto il rinvio al 27 febbraio. In calendario sono poi state fissate udienze ogni due settimane, sempre di martedì, fino al 4 giugno.
Il nonno di Eitan: «La famiglia si è riunita per il bene del bambino»
All’udienza di oggi, mercoledì 17 gennaio, era presente anche il nonno materno di Eitan, Shmuel Peleg, che nei mesi successivi alla tragedia rapì il bambino per portarlo in Israele e che, per l’accaduto, ha patteggiato venti mesi. Peleg ha fatto sapere di essersi trasferito in Italia per «fare quello che è meglio per Eitan, non per qualcuno delle famiglie. Le famiglie devono stargli vicino insieme». Per il nonno, «Eitan ha perso sufficienti cose» nella tragedia, ha aggiunto. E a chi gli chiedeva cosa si aspetta dal processo, ha risposto: «Non ho sentimenti di vendetta né aspettative, voglio essere qua per mia figlia e la mia famiglia».
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