Sam Altman, a Davos l’appello per nuove regole sull’AI: «Tecnologia potente, può andare nel modo sbagliato»
Le paure intorno all’evoluzione dell’intelligenza artificiale sono fondate, per questo sono necessarie nuove regole. Ed è necessario intervenire preso, prima che la situazione sfugga di mano. «C’è ancora tempo ma abbiamo anni, non decenni», parola di Sam Altman, l’amministratore delegato di OpenAI, la società che ha creato ChatGPT, che è intervenuto al World economic forum di Davos. Una preoccupazione che Altman aveva già manifestato lo scorso maggio, intervenendo in audizione al Senato degli Stati Uniti sui pericoli dell’Intelligenza artificale. Quello che deve essere chiaro è che questa tecnologia è inarrestabile: «Non va fermata, è l’unica cosa che ci più portare prosperità», ma va regolamentata. Perché il rischio che «possa andare in modo sbagliato» esiste. «C’è una parte delle preoccupazioni che è corretta: questa tecnologia è molto, molto potente e non sappiamo cosa può succedere», ha spiegato Altman, «ma possiamo prendere precauzioni per renderla sicura».
Per questo, «è giusto che le persone abbiano paura di questa tecnologia, questo ci aiuta. Possiamo tirare lezioni dal passato su come si rendono sicure le tecnologie. Ho molta empatia per il nervosismo che c’è nella società verso aziende come la nostra, ci aiuta a individuare le soglie di sicurezza. Non avere cautela e non avvertire la gravità della posta in gioco sarebbe sbagliato. Ma possiamo mettere i limiti nelle mani delle persone giuste e renderle sicure». Altman sottolinea la necessità di intervenire con regole efficaci che possano tirare fuori il meglio dai nuovi modelli di intelligenza artificiale. L’idea è di immettere questa tecnologia nel mondo e vedere come va, dare il tempo di sviluppare regole, adattarsi, capirne i rischi, ha aggiuto, «le istituzioni ragionano sull’approccio migliore per regolare l’AI prima che diventi troppo potente, e questo è importantissimo, sono qui per dare una spinta affinché accada»
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