Mar rosso, Tajani al Senato: «Via alla missione europea già lunedì, scorteremo i mercantili diretti a Suez» – Il video
La missione europea nel Mar Rosso, le sue tempistiche e l’attuale situazione di pericolo per l’economia marittima italiana, sono il centro di un question time di oggi al Senato particolarmente tranquillo. A spiegarne i dettagli è il ministro degli Esteri, Antonio Tajani interrogato sia dalla maggioranza sia dall’opposizione: «Vogliamo ripristinare la sicurezza nell’area a partire dalla risoluzione del 10 gennaio delle Nazioni unite che condanna gli attacchi Houti», dice aggiungendo che l’eventuale intervento europeo non avrà nulla a che fare con quello statunitense, per il suo carattere aggressivo incompatibile con la Costituzione italiana (salvo una formale approvazione del parlamento). «Per il governo è un’assoluta priorità assicurare lo svolgimento dei flussi commerciali» nel Mar Rosso «e la sicurezza della regione. Stiamo seguendo tutti gli sviluppi insieme ai partner in ambito Ue e G7», spiega il titolare della Farnesina, aggiungendo che l’Italia «ha dato sostegno politico all’azione angloamericana in Yemen per fiaccare la capacità delgi Houthi», che attaccano le navi nel Mar Rosso. «L’azione diplomatica deve andare avanti di pari passo con quella militare», ha aggiunto Tajani. «Sullo sfondo resta la guerra a Gaza», bisogna «evitare un’escalation», ma le recenti tensioni che coinvolgono anche Iran e Pakistan «sono un segnale preoccupante».
La missione
Dunque, l’idea dell’Italia, assieme a Francia e Germania, è dar vita ad una «nuova missione europea, Aspis, che ingloberà Emasoh Agenore già operativa nello stretto di Hormuz e opererà anche nel Mar Rosso e Golfo di Aden» per la sicurezza del transito marittimo: le navi europee interverrebbero a difesa delle navi mercantili cui farebbero da scorta, ma potrebbero partecipare anche Paesi non membri dell’Unione Europea». «Il nostro obiettivo è quello di prendere una decisione politica già lunedì» al Consiglio Esteri «in modo che la missione possa essere operativa al più presto. Sarà una missione non di attacco, ma di difesa», ha spiegato ed essendo l’allargamento di una iniziativa già esistente si eviterebbero i passaggi politici e burocratici previsti per una vera e propria nuova missione. Il quadro per l’Italia, del resto, è già allarmante, dice Tajani: «La riduzione del traffico marittimo ci preoccupa. Per Suez passa circa il 40% delle merci dirette in Italia. E’ una delle rotte più importanti al mondo, soprattutto per le risorse energetiche provenienti dal Golfo, ma l’ulteriore rischio dato dalla circumnavigazione dell’Africa da parte dei mercantili è che questi scelgano di non attraccare più nei porti italiani, preferendo Spagna e Nord Europa».
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