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Processo Giulia Tramontano, Alessandro Impagnatiello in lacrime in aula: «Mi scuso, non posso chiedere il perdono»

18 Gennaio 2024 - 13:14 Redazione
Quando il barman ha preso la parola la sorella della vittima, Chiara, è uscita dall'aula. Attesa la decisione sulla costituzione di parte civile del comune di Senago, assistito dall'ex pm Antonio Ingroia

«Mi scuso, non posso chiedere perdono, ma mi scuso con tutte le persone», queste le parole di Alessandro Impagnatiello, nelle dichiarazioni spontanee rese in aula, durante il processo che lo vede imputato l’omicidio della compagna Giulia Tramontano. Presenti i parenti della vittima, uccisa a coltellate, quando era incinta al settimo mese del piccolo Thiago. Quando il barman ha preso parola la sorella di Giulia, Chiara Tramontano, è uscita dall’aula. A seguirla anche il padre. A rimanere in piedi e vicini mamma Loredana e il fratello Mario. «Puoi chiedere scusa se per errore hai urtato lo specchietto della mia auto. Non puoi chiedere scusa se hai avvelenato mia sorella e mio nipote, prendendoci in giro e deridendone la sua figura», ha scritto in una storia Instagram Chiara, «non hai diritto a pronunciare, invocare o pensare a Giulia e Thiago. Dopo averli uccisi barbaramente meriti di svegliarti ogni giorno in galera ripensando a ciò che hai fatto e provando ribrezzo per te stesso»

«Preso da qualcosa che risulterà sempre inspiegabile e da disumanità»

Il 30enne è accusato di omicidio volontario aggravato da premeditazione (avrebbe fatto anche ingerire alla fidanzata topicida per mesi), crudeltà, futili motivi e rapporto di convivenza. Ha pianto per alcuni istanti all’inizio dell’udienza. «Sono stato preso da qualcosa che risulterà sempre inspiegabile e da disumanità – ha aggiunto Impagnatiello – Ero sconvolto e perso. Quel giorno ho distrutto il bambino che ero pronto ad accogliere. Quel giorno anche io me ne sono andato, sono qui a parlare ma non vivo più. Non chiedo che queste scuse vengano accettate, perché sto sentendo ogni giorno cosa vuol dire perdere un figlio e molto di più, non posso chiedere perdono».

Chiara Tramontano alla prima udienza del processo ad Alessandro Impagnatiello, Milano, 18 Gennaio 2024. ANSA/MATTEO CORNER

Cosa si decide durante la prima udienza

Il processo è iniziato intorno alle 9.50 ma, spiega Ansa, gran parte parte dei cronisti e del pubblico è rimasta fuori dalla maxi aula della Corte di Assise d’Appello, dove è stata trasferita l’udienza. Oggi i giudici togati Antonella Bertoja e Sofia Fioretta dovranno decidere sulle richieste di costituzione di parte civile che, oltre a quelle dei familiari, sono state avanzate anche dal Comune di Senago, il cui legale è l’ex pm Antonio Ingroia e l’associazione Penelope e l’associazione campana Polis. Intanto è stato deciso di non consentire le riprese audio e video del processo. Nessuna delle parti ha dato il consenso alle riprese. Nonostante «l’interesse pubblico» del procedimento, in quanto si tratta del «primo che si celebra dopo la legislazione emergenziale emessa dal governo proprio in questa materia», la Corte ha deciso che «deve prevalere il mancato consenso delle parti». Le riprese audiovisive non sono quindi consentite in aula «salvo che per la lettura del dispositivo».

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