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Regionali in Sardegna, duello (familiare) in casa Soru. La figlia Camilla: «Non so se perdono mio padre»

19 Gennaio 2024 - 09:43 Redazione
I due corrono da avversari: lei, candidata a consigliera regionale del Pd a sostegno di Todde presidente; lui, da solista dopo che l’asse dem-M5s ha scelto di puntare tutto sulla pentastellata

Il “derby” in casa Soru alle regionali della Sardegna del 25 febbraio 2024 oltrepassa i confini della competizione (prettamente) politica. Il rapporto tra l’ex governatore dell’isola e fondatore di Tiscali, Renato Soru, e sua figlia Camilla sembra essere ai ferri corti. I due corrono, infatti, da avversari: lei, candidata a consigliera regionale del Pd; lui, da solista dopo che l’asse dem-M5s ha scelto di puntare tutto su Alessandra Todde, ex sottosegretaria al Mise e oggi deputata pentastellata. «Vogliamo dire la verità? – dice Camilla Soru a Tommaso Labate del Corriere della Sera – è circondato da gente che lo consiglia male ma questo è sempre successo. Si è sempre accompagnato a persone che hanno paura di lui o non sono in grado di dirgli di “no”, di segnalargli un punto di vista diverso dal suo. Avete presente gli adepti di una setta col santone? Così. Non ha lasciato nulla. Zero. Non una classe politica, non un’eredità», è lo sfogo della candidata dem che, tra le altre cose, sottolinea come l’ex presidente della Sardegna aveva detto di non volerla ostacolare.

«E com’è finita? Me lo sono ritrovato candidato contro di noi (Partito democratico, ndr) col rischio che faccia vincere questa destra, senza neanche una telefonata prima. Io, la figlia, l’ho saputo come tutti gli altri. Adesso sa che cosa spero? Che vinciamo. Non solo per la salvezza della Sardegna ma anche per trovare la forza di perdonarlo per la stron…ta che mi ha fatto, che ci ha fatto. Perché solo se vinciamo la troverò». I due non si sentono da ottobre. Anzi, per l’ex governatore sentire sua figlia «è torturante», ha detto Soru senior, critico contro la candidatura di Todde. Eppure, per Camilla: «Quando facemmo un’iniziativa del Pd con Todde, tempo fa, – racconta – mio padre mi disse che era bravissima. Ora si scopre che non è più brava, che serve che si candidi lui. Le dico come la penso: una specie di redenzione, dal mio punto di vista, papà la ottiene solo se non fa vincere la destra. In caso contrario…». In caso contrario,

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