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Fine vita, Pd e Avs pronti a rilanciare la «legge Zaia». Schlein: «Spiace che in quel voto contro c’era anche una di noi»

19 Gennaio 2024 - 13:58 Redazione
Eutanasia
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Luana Zanella ripropone il testo alla Camera. La segretaria Pd: «In Veneto occasione persa»

Ha segnato la definitiva rottura tra Luca Zaia e Matteo Salvini che mai come ora erano arrivati allo scontro frontale (al congresso regionale Zaia aveva comunque scelto di sostenere il leader sebbene le diversità siano note da tempo). Ora, la legge sul fine vita votata e bocciata dal Veneto tornerà in aula, stavolta a Montecitorio. Per iniziativa della sinistra che sul tema potrebbe andare all’ennesima conta interna ma anche provare a segnare le divisioni nella maggioranza. «Ho ripresentato alla Camera la proposta di legge Zaia, nata dalla raccolta di firme dell’associazione Luca Coscioni, bocciata dal Consiglio regionale del Veneto», ha annunciato infatti questa mattina la capogruppo di Avs Luana Zanella alla Camera, aggiungendo poi: «L’iniziativa legislativa del Veneto si proponeva di definire tempi e procedure per l’assistenza sanitaria che va assicurata alle persone che possono accedere alla morte medicalmente assistita, secondo la sentenza della Corte Costituzionale 242 del 2019 sul caso dj Fabo-Cappato». «Di questa norma c’è un disperato bisogno – prosegue – L’area liberal della destra in parlamento, se davvero esiste, batta un colpo».

L’affondo di Schlein

A stretto giro interviene anche la segretaria del Pd, Elly Schlein, nel corso del seminario dei deputati Pd a Gubbio: «Siamo qua per rilanciare alcune proposte di legge, come quella per assicurare un fine vita dignitoso, è parte del programma del Pd, della mia mozione. E’ un’occasione persa, quella del Veneto, che voleva solo dare dei percorsi attuando quanto previsto dalla corte. Che la destra abbia sconfessati Zaia non stupisce, ma è una ferita che ci sia stato un voto del Pd». Il riferimento è al caso della consigliera Anna Maria Bigon che, al momento del voto nel Consiglio regionale del Veneto, ha scelto di astenersi, mandando in soffitta la proposta di Zaia, sebbene il partito le avesse chiesto di non farlo o almeno di uscire dall’aula. Sul punto, Elly Schlein è molto chiara: «Se il gruppo del Pd vota a favore e ti chiede di uscire dall’aula, è giusto uscire dall’aula, perché l’esito di quella scelta cade su tutti. Siamo per la regolamentazione del fine vita». Il caso Bigon sarà affrontato dal partito regionale tra oggi e lunedì, ma intanto la spaccatura è evidente, tanto più che dopo l’esito del voto il vice capogruppo Jonathan Montanariello si è dimesso.

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