La storia del piccolo Adelio, portato via dalla mamma in Kazakistan. L’appello a Giorgia Meloni e Mattarella: «Riportiamolo in Italia dal papà»
Il Coordinamento internazionale associazioni per la tutela dei diritti dei minori (Ciatdm) si è rivolto al presidente Mattarella e alla premier Giorgia Meloni affinché riportino in Italia il piccolo Adelio Bocci. Il bimbo oggi ha 10 anni, e – secondo quanto recita il comunicato – è stato portato da sua madre in Kazakistan quando solo aveva un anno. Il papà del bambino, il brindisino Giovanni Bocci, «da mesi non ha più notizie di suo figlio». L’appello arriva dopo l’incontro a Palazzo Chigi tenutosi tra la presidente del Consiglio e il presidente della Repubblica del Kazakistan, Kassym-Jomart Tokayev.
«La madre lo avrebbe abbandonato in mano a gente sconosciuta»
«Alla luce delle vostre dichiarazioni di collaborazione tra i due Stati – dichiara la presidente del Ciatdm, Aurelia Passaseo – siamo fiduciosi che si possa giungere ad un immediato ricongiungimento del piccolo Adelio Bocci con i parenti da cui è stato strappato: l’affetto dell’amato papà Giovanni Bocci e della cara zia Elsa Bocci. Il piccolo Adelio è esclusivamente cittadino Italiano ed è un suo diritto e vostro dovere riportarlo nel suo paese, dove trova certamente braccia amorevoli che sapranno pensare a lui». Secondo quanto riferito da Passaseo, «la madre lo avrebbe abbandonato in mano a gente sconosciuta al padre ed alla zia. Il padre da mesi non ha più nessun contatto con il figlio, nemmeno tramite Skype, ed è molto preoccupato perché teme per l’incolumità del figlio. I ministeri competenti Kazakistan, interpellati dai parlamentari italiani per approfondire l’intera vicenda, non forniscono collaborazione».
Il caso
La famiglia italiana di Adelio, residente a Brindisi, è seguita anche dall’associazione Penelope. A dicembre, riporta il Gazzettino, è stata anche inviata una lettera al ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sollecitando un intervento del governo. La risposta dalla Farnesina: «La nostra Ambasciata ad Astana segue da anni e con attenzione la vicenda. Sono state effettuate frequenti visite consolari presso il domicilio del bambino che abbiamo trovato sempre in buone condizioni. L’ultima visita si è svolta lo scorso 29 novembre a Taraz, come di consueto presso l’abitazione della madre. Il bambino è apparso vivace e attivo, a proprio agio nelle interazioni con gli adulti. Frequenta regolarmente la scuola dell’obbligo e svolge attività sportiva». Peccato che Giovanni Bocci da mesi non riesce più a contattare suo figlio. La testata ricorda che in Kazakistan non esiste il reato di sottrazione internazionale di minore e non è possibile avere la doppia cittadinanza ma per il bimbo italiano lo stato kazako ha fatto un’eccezione.
(in copertina foto di Lucas van Oort su Unsplash)
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