Selvaggia Lucarelli e i giornali con il ditino alzato: «Io hater? Nelle loro community insultano me»
L’opinionista Selvaggia Lucarelli risponde oggi sul Fatto Quotidiano alle accuse di giornalisti e opinionisti riguardo la vicenda di Giovanna Pedretti. In una lunga riflessione sull’informazione italiana, Lucarelli sostiene che i giornali abbiano «il ditino alzato» (per accusarla) mentre non vedono gli hater che hanno in casa. Prima parla di Candida Morvillo, Simona Izzo e Paolo Del Debbio. Morvillo ha detto che «davanti alla perdita di una vita umana bisognerebbe zittire l’ego, aprire il cuore anzitutto all’umana pietà». Ma, obietta Lucarelli, lei stessa va in tv «per cavalcare la notizia». Izzo e Del Debbio invece durante Diritto e Rovescio collegavano «i miei eccessi a un suicidio». Il conduttore invece sosteneva che «la verità va bene, ma bisogna che ci sia proporzione tra le forze in campo».
Gli scontrini
Poi Lucarelli parla del Corriere della Sera che le ha chiesto di replicare a una ristoratrice che aveva fatto pagare due euro per un piattino: dalla pubblicazione della foto dello scontrino era stata generata una shitstorm. «Mi sono detta subito entusiasta di replicare e, dopo aver inviato al giornalista tutti gli articoli del Corriere su quella stessa vicenda e i relativi insulti dei commentatori del Corriere, ho inviato al giornalista la seguente risposta: “Non mi è ben chiara la ragione di questo censimento tardivo di coloro che avendo una attività pubblica, finiscono sui media per uno scontrino furbo o altro. Detto ciò, per “media” intendo la mia pagina social o, per dire, il Corriere della Sera che ha dedicato più articoli di me allo scontrino in questione ma anche a quello di Como del toast tagliato a metà e così via. Queste notizie sono finite pure sulle vostre pagine social (social come la mia) con annessi migliaia di commenti insultanti».
Le shitstorm
E quindi: «In che modo io dovrei giustificarmi per il dispiacere della signora e il Corriere della Sera no? Se io sono la cattiva, dovreste distinguervi da me. Infine, questi articoli cosa dimostrerebbero? Che sono stata molte volte una potenziale istigatrice di suicidi? Allora facciamo così: io, il Corriere della Sera e tutte le pagine social dei quotidiani siamo potenziali istigatori di suicidi». Poi, racconta, il giorno dopo La Nazione, il Corriere e Open hanno parlato del ristoratore di Arezzo che «ha chiuso il ristorante per colpa mia». «Il ristoratore ha poi detto di non aver mai rilasciato l’intervista. Insomma, le fake news stanno facendo il salto di specie. La prima fake news si innesta nella seconda e scoppia l’epidemia». Parla di Massimo Giannini che l’ha attaccata e poi ricorda che le ha chiesto di andare a lavorare con lui a La Stampa.
Le fake news
Infine, Lucarelli parla di «Aldo Cazzullo, secondo il quale il problema è l’anonimato sul web. Lo informo che i commenti sotto le decine di post sulla pagina Fb del Corriere in cui mi si accusa poco velatamente di aver provocato un suicidio, sono tutti di utenti con nome e cognome che scrivono di me “Ho il vomito”, “Una spostata”, “Un peto”. Ma questi ovviamente non sono i social, no. Sono la raffinata community del Corriere. Che, per primo, nella lunga catena di eventi, ha lanciato a livello nazionale la fake news su quella maledetta recensione».
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