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Codacons annuncia controlli a tappeto su tutti gli influencer, l’assalto dopo il caso Ferragni: «Serve trasparenza sulla beneficienza»

22 Gennaio 2024 - 18:19 Redazione
L'annuncio dell'associazione dei consumatori, che già aveva presentato gli esposti sui casi di Chiara Ferragni

Si dice soddisfatto Codacons per l’ampliamento dell’indagine che ha travolto Chiara Ferragni, ora accusata per truffa aggravata anche per le uova di Dolci Preziosi e la bambola Trudi. Ma non si ferma e ora annuncia controlli a tappeto anche sugli altri influencer d’Italia. La magistratura «ha accolto in pieno in pieno i nostri esposti presentati a seguito dello scoppio dello scandalo sul pandoro Balocco», scrive l’associazione dei consumatori. Per poi ripercorrere quanto accaduto. «Codacons aveva depositato un esposto a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia chiedendo alla magistratura di accendere un faro anche su altre operazioni di beneficenza dell’influencer, a partire proprio dalle uova di Pasqua». Tutto perché a loro avviso si trattava di una «sponsorizzazione commerciale che avrebbe fruttato in due anni la stratosferica cifra di 1,2 milioni di euro all’influencer, a fronte di una donazione “elemosina” di appena 36mila euro in favore del progetto benefico “I Bambini delle Fate”».

Ora controlli su tutti gli influencer

Una donazione che, in particolare, è stata eseguita dalla società Dolci Preziosi e non da Ferragni. Così come nell’affaire Balocco, non c’era quindi alcun legame tra la vendite delle uova e l’entità della donazione. Soddisfatto sì, ma Codacons ora non ha intenzione di fermarsi e lancia un’altra richiesta: «Nell’esclusivo interesse dei consumatori chiediamo di accendere un faro su tutte le iniziative di beneficenza avviate nel corso degli ultimi anni non solo da Chiara Ferragni, ma anche dai principali influencer operanti in Italia, per capire la commissione tra rapporti commerciali e solidarietà». E dall’associazione fanno sapere di avere già dato vita a una task force «per monitorare i profili social più seguiti nel nostro Paese allo scopo di cercare collegamenti tra vendite di merci e beneficenza».

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