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Quando Beppe Grillo incontrò Gianroberto e Davide Casaleggio: «La nostra prima proposta la rifiutò»

22 Gennaio 2024 - 06:04 Redazione
Il figlio del co-fondatore M5s parla del padre e del garante grillino

Era il 2004. Davide e Gianroberto Casaleggio erano andati a uno show di Beppe Grillo a Livorno. Alla fine dello spettacolo l’incontro dietro le quinte. Vent’anni fa la Casaleggio Associati stava nascendo e l’altro socio forte era Luca Eleuteri. «Aveva un pubblico che era rimasto quello degli Anni ’90 e volevamo capire come la Rete avrebbe potuto rivoluzionare anche il mondo dello spettacolo, aprendo nuove platee», ricorda Davide. Ma l’allora comico non era poi così convinto: «Gli facemmo una prima proposta per curare il suo blog, che Grillo rifiutò. Noi allora rilanciammo, offrendoci di curare gratuitamente il blog in cambio di poter definire e curare con lui un nuovo show. E fu l’inizio». Davide parla oggi del padre e del Garante del M5s in un’intervista al Corriere della Sera.

La partecipazione dal basso di facciata

Nel frattempo, dice a Emanuele Buzzi, i rapporti con Grillo si sono raffreddati (eufemismo). Gianroberto è morto e con lui se ne è andata la creatura che i due avevano contribuito a costruire partendo da un blog e dai Meetup. Il Movimento si è staccato dalla Casaleggio Associati dopo tanti anni di contrasti sulla gestione. «Quello di mio padre e di Beppe non esiste più», ha detto tante volte. Mentre Giuseppe Conte vuole un partito del ‘900: non c’è più una partecipazione dal basso se non di facciata. Davide dice che tutto si è rovinato perché «la politica non giova agli affari». Intende dire che l’azienda ha perso soldi, molti soldi, per anni a causa dell’impegno con i grillini: «Il 2023 è stato un buon anno, il primo in assoluto dopo la fine dell’esperienza». Dell’azienda rivendica il ruolo pioneristico: «Noi abbiamo cercato di dare ai nostri clienti un contributo importante per comprendere l’utilizzo della Rete e nuovi modelli di business».

L’e-commerce, il mainstream, l’Ia

E ancora: «Abbiamo anticipato tendenze mainstream come le potenzialità dell’e-commerce e dei social media, abbiamo fatto il primo report sull’AI, l’Intelligenza Artificiale e il suo impatto sui modelli di business, nel 2017. Lo abbiamo fatto sempre in ottica divulgativa e per i nostri clienti. Ora a ripensarci, avrei dato vita a qualche start up in più, anche se da un anno abbiamo dato vita a Camelot, una benefit corporation che realizza voti e assemblee digitali per aziende, scuole e associazioni puntando non solo ai dividendi degli azionisti, ma soprattutto all’impatto sociale». Poi ricorda la prima ovazione ricevuta dal padre: «Mi ricordo quando nel 2007 al VDay a Bologna, davanti alla piazza piena disse: “Mi sembrava di aver scritto solo qualche post”. Sosteneva che se uno lavora con passione i frutti arrivano a prescindere, il risultato è la passione stessa».

Il ricordo

L’associazione SUM tornerà a ricordarlo anche quest’anno a Ivrea il 13 aprile. Ma Casaleggio è proiettato sul futuro prossimo: «L’AI è una novità destinata a rivoluzionare il mondo come la stampa o l’elettricità. Solo che queste due invenzioni hanno avuto decine di anni per diffondersi a livello sociale. L’AI invece può agire nell’Infrastruttura digitale già esistente e ha un impatto immediato. Serve un ripensamento globale, se uno Stato limita l’uso dell’AI le imprese si muoveranno fuori dai suoi confini».

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