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Israele, i famigliari degli ostaggi assaltano un’aula del Parlamento: «Ora basta, liberateli!» – Il video

22 Gennaio 2024 - 12:49 Simone Disegni
Il blitz durante la riunione della commissione Finanze della Knesset: «Come potete stare qui mentre loro muoiono?»

Un gruppo di famigliari degli ostaggi israeliani detenuti a Gaza ha forzato i controlli di sicurezza all’interno della Knesset ed è entrato nell’aula dov’era in corso la riunione di una commissione, urlando a gran voce ai deputati presenti la richiesta di azioni concrete e immediate per liberare i prigionieri. «Come potete stare seduti qui mentre loro laggiù stanno morendo?», hanno gridato i famigliari degli ostaggi, che da mesi chiedono il rilascio immediato e senza condizioni delle centinaia di persone fatte prigioniere da Hamas il 7 ottobre. «Adesso ci dovete ascoltare, non c’è più commissione o Knesset che tenga, c’è un solo tema di cui vi dovete occupare!», hanno intimato alcuni rappresentanti del gruppo ai rappresentanti della commissione Finanze del Parlamento. Particolarmente preso di mira, pur in assenza, il premier Benjamin Netanyahu, considerato da molte delle famiglie responsabile del fallimento tanto del 7 ottobre quanto dei tentativi di lì in poi di riportare a casa gli ostaggi tramite le azioni militari. Nel weekend rappresentanti delle famiglie hanno protestato ad oltranza sotto la sua casa di Caeserea, sul lungomare, mentre migliaia di persone si sono riversate in piazza a Tel Aviv sabato sera per chiedere le dimissioni del governo ed elezioni anticipate. Assente il premier, nel mirino delle proteste sono finiti in particolare gli esponenti ultraortodossi della colazione di governo, compreso il presidente della commissione Moshe Gafni: «Avete smantellato il governo per la vostra agenda, ma non smantellerete la restituzione degli ostaggi». Secondo il conteggio di Israele, sono 136 gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas – compresi quelli che si presume già morti – dopo il rilascio a fine novembre di 105 di essi nell’ambito dei negoziati indiretti tra lo Stato ebraico e il movimento islamista. Le nuove trattative su cui spingono Usa, Qatar, Ue ed Egitto – per liberare gli ostaggi nell’ambito di un durevole cessate il fuoco e in direzione di una soluzione politica – restano al momento al palo per l’opposizione dell’ala dura del governo di Gerusalemme così come di Hamas.

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