La storia della gravidanza del ragazzo transgender: «Noi trattati come imprevisti, non abbiamo diritti»
Josephine Yole Signorelli è una fumettista italiana ed è transgender. Oggi in un articolo su Repubblica parla della storia di Marco (il nome è di fantasia, ndr), che ha scoperto di essere incinta al quinto mese a transizione quasi ultimata. Per i medici Marco non ha presupposti da abortire. E ha già cambiato i documenti all’anagrafe, quindi è legalmente già un uomo. Signorelli spiega che la storia riguarda la genitorialità e che Marco rimane un ragazzo transgender. «I corpi transgender, come tutti gli altri corpi, se non hanno fatto interventi di rimozione di testicoli o utero e ovaie, possono procreare. Ho imparato leggendo e informandomi che, nel caso si voglia diventare genitori, la cura ormonale sostitutiva deve prima essere interrotta e poi bisogna monitorare la situazione», dice.
Niente diritti
«Ma il caso di Marco fa scoprire quanto le strutture, come la società stessa, siano impreparate alle vite transgender, non previste. È una situazione che svela come la società non preveda i corpi transgender. Praticamente è come non esistere, senza leggi che ci tutelino concretamente o diritti», aggiunge. Signorelli ha fatto l’operazione per cambiare sesso nel 2014. «A quei tempi la legge costringeva i corpi transgender alla sterilizzazione. Ora per fortuna non è più necessario ricorrere alla sterilizzazione per cambiare il nome sui documenti, ed è questo il caso di Marco. Qualcuno nei commenti in rete ha scritto che quella di Marco è una situazione nuova, una storia “imprevista”», spiega. E aggiunge: «Ma noi non siamo imprevisti. Noi siamo sempre stati qui».
Imprevisti
E conclude: «Solo che a differenza delle altre persone a noi di diritti ce ne hanno concessi pochi, una tantum, come degli esseri umani di serie B, e spesso è capitato che le persone transgender fossero costrette a nascondere la loro identità di genere, per poter vivere tranquillamente in società. È tempo che la società sia pronta a cambiare per permettere alle persone transgender di vivere normalmente come meritano. Mando tutto il sostegno e supporto possibile a Marco per quello che si troverà a vivere e ad affrontare, dicendogli che non è solo e che esistiamo e brilliamo insieme. Come stelle nella notte».
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