Lavinia investita nel parcheggio dell’asilo, in coma da 5 anni: condannata la maestra e la donna al volante
La tragica storia di Lavinia, bambina di 7 anni che da 5 anni vive in stato vegetativo a causa di un incidente, ha avuto un epilogo per la giustizia italiana. La sua ex maestra Francesca Rocca è stata condannata a 2 anni e 6 mesi per lesioni colpose gravissime stradali e abbandono di minore, mentre Chiara Colonnelli – la donna che l’ha investita – ha ricevuto un anno e la sospensione della patente per il medesimo arco di tempo. La vicenda risale al 7 agosto 2018 quando i genitori della piccola – il papà poliziotto Massimo Montebove e la mamma vigile del fuoco Lara Liotta – la lasciarono al nido. All’epoca, la bimba aveva 1 anno e 3 mesi. A un certo punto, la maestra che avrebbe dovuto controllarla la perse di vista e la bambina fu tragicamente investita da un’auto di un’altra mamma mentre gattonava nel parcheggio della scuola La Fattoria di Mamma Cocca a Velletri, in provincia di Roma. La piccola riportò gravi lesioni cerebrali. Ora vive attaccata a un respiratore, a una pompa dell’acqua, a un saturimetro e a un respiratore, e necessita di costante assistenza specialistica.
La versione della maestra
Nel corso del processo, la docente ha dato la sua versione dei fatti dichiarando di aver prima preso in braccio Lavinia e di averla poi messa giù per cambiare il pannolino a un altro bambino. La sua versione, però, contrasta con quella dell’accusa e della famiglia, che sostengono che la bambina sia stata lasciata da sola intenzionalmente nel parcheggio in compagnia di un’altra minore dall’età di 10 anni. Ora i giudici hanno deciso di condannare la donna a una pena superiore a quella che il pubblico ministero aveva chiesto, ovvero due anni.
«Non è stata fatalità»
Al momento della lettura della sentenza, sia la maestra che la donna che ha investito la bambina, erano presenti in aula, ma i loro sguardi non si sono mai incrociati con quelli dei genitori di Lavinia. La famiglia, visibilmente commossa, ha condiviso un lungo abbraccio in aula con la propria avvocata, Cristina Spagnolo. Per il padre della vittima, la sentenza fa finalmente giustizia. «La conferma che questa vicenda non è da ascriversi ad una tragica fatalità, come la condotta delle imputate ha sempre fatto ritenere in queste 22 udienze, ma è da ascrivere a responsabilità precise che sono state bene evidenziate dal giudice», ha detto al termine dell’udienza dove il giudice ha stabilito che la maestra dovrà anche risarcire la famiglia della bimba. La somma verrà decisa in sede civile.
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