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Cos’è e come cambia i servizi pubblici l’Autonomia differenziata che oggi vota il Senato

23 Gennaio 2024 - 13:31 Sara Menafra
Il voto in diretta tv è previsto entro la serata di oggi. La Lega esulta, il Pd annuncia un referendum

I critici la chiamano la secessione dei ricchi, la Lega la considera il compimento di trent’anni di battaglie. Oggi (in diretta tv sui canali Rai a partire dalle 16.30) il Senato approva l’Autonomia differenziata ed è probabilmente l’ultimo momento in cui si entrerà nel merito del testo perché è ormai uso comune che una sola camera modifichi i testi legislativi mentre l’altra si limita ad approvare senza modificare ulteriormente.

Cosa significa

Il ministro degli Affari Regionali e Autonomie Roberto Calderoli ANSA/ANGELO CARCONI

L’Autonomia differenziata è un disegno di legge di iniziativa governativa voluta dal ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli. Il testo era stato già discusso nel corso della scorsa legislatura, con un testo prima più duro e quindi ammorbidito nel corso della discussione, specie quando col Conte 2 e poi con Mario Draghi, era cambiata la maggioranza di governo. L’attuale testo in votazione torna alla versione originaria: “attuando l’autonomia delle Regioni a statuto ordinario”, prevista dall’articolo 116 della Costituzione così come modificato nel 2001 (con il sostegno del centrosinistra). Le Regioni a statuto ordinario che lo chiederanno potranno avere autonomia di gestione su un massimo di 23 materie che includono, tra l’altro, la sanità, l’istruzione, l’energia, la sicurezza sul lavoro.

Cosa sono i Lep

Per tutte, sia chi attua l’autonomia sia chi non lo fa, la legge prevede che siano garantiti dei Livelli essenziali delle prestazioni, Lep. I Lep però sono attualmente ancora in corso di definizione e soprattutto non è chiaro come saranno finanziati. Nella versione “morbida” dell’Autonomia (che tra l’altro aveva escluso alcuni temi ad esempio l’istruzione) si era previsto che per mantenere livelli delle prestazioni omogenei servisse un fondo di perequazione e all’epoca si era previsto di finanziarlo con almeno 50 miliardi annui e c’era chi chiedeva di alzarli a 100. Una cifra enorme che l’attuale governo non vuole e neppure può destinare al capitolo, se si pensa che l’intera manovra finanziaria 2024 targata Meloni è costata 24 miliardi.

L’emendamento “cacciavite” di Fratelli d’Italia

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ANSA/CLAUDIO PERI

La scorsa settimana, la commissione Affari costituzionali del Senato, guidata da Alberto Balboni, ha approvato un emendamento voluto da Fratelli d’Italia che prevede che si stanzino risorse per garantire i Lep alle Regioni che non chiedono l’autonomia. Attualmente, infatti, il rischio è che le amministrazioni più ricche sul piano economico portino via dal bilancio dello stato le competenze principali, ad esempio la Sanità e le tasse collegate, lasciando poche briciole per chi rimane con le competenze nazionali. L’emendamento doveva riequilibrare questo rischio, ma per richiesta del ministro Giancarlo Giorgetti al testo è stato aggiunto che i finanziamenti saranno dati “ad invarianza di bilancio” nazionale, cioè senza aprire nuovi capitoli di spesa. Non è quindi chiaro come finanziare questo eventuale riequilibrio.

I problemi costituzionali

La Corte Costituzionale. ANSA/GIUSEPPE LAMI

In una intervista di questa mattina su Repubblica, l’ex presidente della Consulta, Ugo De Siervo, ha sollevato un ulteriore problema, spiegando che non è chiaro se le Regioni potranno fare leggi specifiche per regolare le materie oggetto della devoluzione: “Se do più poteri ad una Regione in materia di sanità, questa dovrebbe poter adottare una sua legge in quel settore. Ma se la adotta modifica tutta la legislazione nazionale, a meno di frantumare l’intero sistema regionale italiano”. Secondo il costituzionalista, bisognava intervenire sulla Costituzione per attuare davvero il federalismo che vuole la Lega (oppure abbandonare il progetto). Il Pd proporrà un referendum abrogativo sulla norma, probabilmente già nel corso della discussione di oggi. Ma i tempi saranno certamente lunghi.

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