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La Turchia ratifica l’adesione della Svezia alla Nato: ecco cosa ci ha guadagnato Erdogan in 20 mesi di negoziati

23 Gennaio 2024 - 22:19 Ygnazia Cigna
Cosa c'è dietro l'approvazione del Parlamento Turco all'adesione di Ankara

Il Parlamento Turco ha approvato l’ingresso della Svezia nella Nato, volgendo così al termine 20 mesi complicatissimi di trattative tra Ankara e Stoccolma. La candidatura svedese, che ora attende solo l’approvazione dell’Ungheria, è passata a stragrande maggioranza. «Oggi siamo un passo più vicini nel diventare membri a pieno titolo della Nato. È positivo che la Grande Assemblea Generale della Turchia abbia votato a favore dell’adesione della Svezia all’Alleanza atlantica», dichiara il primo ministro svedese Ulf Kristersson in un post su Twitter. In mattinata, il premier ungherese Viktor Orbán ha fatto sapere di aver inviato una lettera a Kristersson con un invito di visita in Ungheria al fine di negoziare l’adesione della Svezia all’alleanza.

Cosa c’è dietro la ratifica

Prima che Erdogan firmasse i protocolli di adesione lo scorso ottobre, non era affatto scontato il via libera di Ankara. La mediazione del Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg e i diversi compromessi raggiunti hanno dato i loro frutti. La Svezia ha dovuto modificare le sue leggi nazionali sul terrorismo per andare incontro alla Turchia. Quest’ultima nei mesi scorsi ha, infatti, chiesto a Stoccolma garanzie sulla “non interferenza” nella dura politica applicata verso i curdi e, in particolare, al Pkk che la Turchia ritiene essere un’organizzazione terroristica. In questi lunghi mesi di trattative, un aspetto è apparso particolarmente nitido: il potenziale via libera di Erdogan era tutto fuorché disinteressato. Tra le tante carte in tavola e gli scambi di cortesie, infatti, il presidente della Turchia ha rilanciato il dibattito sull’adesione del Paese all’Unione europea. Una richiesta che, in questi termini e allo stato attuale dei fatti, è quasi impossibile, ma che potrebbe aprire spiragli verso altre forme: dalla possibilità di un accesso all’unione doganale all’eventualità di consentire ai suoi cittadini di viaggiare nell’Ue senza visto.

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