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Molestie continue e punizioni umilianti, ufficiale dell’Accademia militare indagato per aver tormentato le allieve

24 Gennaio 2024 - 12:42 Redazione
Le avrebbe costrette a lavare «frequentemente» i genitali dei cavalli, oltre alle molestie verbali e alle fotografie rubate

Secondo quanto riporta oggi Repubblica che ricostruisce il caso la Procura di Modena ha indagato un tenente colonnello a capo del Centro ippico dell’Accademia militare per vessazioni contro le sue allieve. Il militare ora rischia il rinvio a giudizio. Otto colleghi sarebbero pronti a costituirsi parte civile, e occorrerà vedere se eventualmente a loro si aggiungerà anche il Ministero della difesa. I reati ipotizzati vanno dalle molestie persecutorie alla violenza privata, passando per l’abuso d’autorità. Le testimonianze raccolte dai carabinieri e finite nel fascicolo del sostituto procuratore Francesca Graziano (che è al vaglio anche della Procura militare di Verona) tracciano un quadro accusatorio pesantissimo. Alle affermazioni a sfondo sessista e al body shaming, si accompagnano metodi punitivi a dir poco indegni dello storico istituto erede dell’antica Accademia sabauda, volto alla formazione dei futuri ufficiali dell’Esercito e dell’Arma dei carabinieri. Le allieve sarebbero state, ad esempio, costrette a lavare «frequentemente» i genitali dei cavalli.

Le indagini

Vicende diventate oggetto di indagini quando, scrive Repubblica, le prime indiscrezioni sono arrivate al comandante del corpo. Poi sono arrivate sedici relazioni di servizio, sottoscritte da tredici militari. E l’attuale comandante dell’Accademia ha presentato una dettagliata informativa alla magistratura. Continui rimproveri, scatti d’ira, chiamate fuori dall’orario servizio. E ancora: mancati permessi anche quando riguardavano visite mediche, mancata concessione di riposi, dispetti e ripicche. Questa sarebbe stata l’irrespirabile quotidianità per i sottoposti del tenente incriminato. Autore, secondo l’accusa, di minacce come: «Io se voglio una persona la faccio impazzire fino al congedo, se voglio far male ad una persona io la distruggo attaccandomi al collo senza dargli respiro. Sarei capace di inventarmi qualsiasi cosa sul suo conto personale pur di distruggere lui e la sua famiglia».

Le molestie

E le cose andavano peggio per il personale femminile, costretto – secondo le accuse – a subire «continue» battute a sfondo sessuale, commenti sull’aspetto fisico o racconti sulle sue esperienze con altre donne. Per esempio a una soldatessa di origini pugliesi l’uomo avrebbe parlato di una sua frequentazione e avrebbe chiesto: «Voi giù siete calde vero? Mamma mia come siete calde». Lo stesso militare avrebbe poi commentato il sedere di un’altra soldatessa, affermando: «Guarda lì… ce l’abbiamo solo noi tutto ciò». E mentre la donna puliva: «Che sc…, come sc… bene, me le scelgo tutte belle». A un’altra sottoposta l’uomo avrebbe scattato una fotografia mentre era di spalle, per immortalare il fondoschiena. A quest’ultima soldatessa il militare avrebbe poi mostrato una foto che lo ritraeva al fianco di un bambino disabile, per poi commentare: «Guarda, grazie a questa foto questa donna mi ha scritto. Le faccio addolcire con queste foto». Non solo, l’ufficiale avrebbe commentato il trasferimento in una stanza di una sottoposta omosessuale con la sua collega, sostenendo che almeno adesso quest’ultima avrebbe potuto «provare nuove esperienze». Testimonianze che trovano riscontro anche nei racconti dei colleghi uomini: «Ho una foto di una conversazione privata tra me e lui in cui mi invia un’immagine delle parti intime di una nostra collega, la quale si trovava in abiti civili ad assistere a una gara».

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