Bufera sul convegno antiabortista a Montecitorio: «L’aborto non è un diritto legalmente accettabile» – Il video
«L’aborto non è un diritto legalmente accettabile». E «anche nei casi più tragici, come quelli di stupro, non è mai giusto». Queste sono alcune delle dichiarazioni emerse dal convegno organizzato ieri, 23 gennaio, alla Camera dei deputati. Teatro di molte affermazioni che stanno facendo discutere. La legge 194 del ’78, confermata dalla stragrande maggioranza degli italiani che votarono al referendum del 1981, è stata per esempio definita «non necessariamente morale» nel dépliant distribuito ieri nella sala delle conferenze stampa di Montecitorio.
Il deputato leghista
Location prenotata dal deputato salviniano Simone Billi, che oltre a confermare il suo supporto all’iniziativa si è detto dispiaciuto per non essere riuscito a partecipare in prima persona, dal momento che si trovava a Strasburgo (è membro della Commissione Esteri). Almeno, questo è quello che scrive Repubblica. Mentre lui in un secondo momento ha negato: «Quanto uscito oggi su alcuni mezzi stampa non rappresenta né la mia, né, tanto meno, la posizione del partito. La Lega, da sempre, si è battuta per la libertà di espressione delle donne e quanto riportato è falso. Personalmente credo nella libertà di scelta e, soprattutto, le donne vittime di violenza non possono essere utilizzate e strumentalizzate. Ribadisco ancora una volta che le donne devono poter decidere autonomamente. Io non ero presente al convegno e, se fossi stato presente, avrei sicuramente portato avanti le mie tesi».
I contenuti
Il convegno, organizzato dal Centro Studi Politici e Strategici “Machiavelli”, è stata anche l’occasione per presentare la rivista del centro. Si chiama “Biopoetica”, e appunto nega che l’aborto sia un diritto, in quanto «non è mai giusto». Al massimo, può essere «una soluzione pratica». Che, così come l’eutanasia, a detta degli autori sdoganerebbe «anarchia e anomia, simili all’Inferno faustiano». Nei fogli distribuiti ai presenti si legge ancora che «il contributo intende confutare l’idea che l’aborto e l’eutanasia siano diritti legalmente accettabili o moralmente giustificabili».
L’aborto non solo «esclude del tutto i diritti del padre», ma sarebbe anche «un uso improprio della libertà e della responsabilità», una «degenerazione del ruolo materno». A detta dei relatori, «fatta eccezione dei casi di violenza sessuale, non è possibile credere che prima di un atto sessuale non si immagini nemmeno l’eventualità di un concepimento non desiderato». E persino «nei casi più tragici, nei dilemmi morali più strazianti, come quelli di stupro, (l’aborto) non è mai giusto».