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Giorgia Meloni alla Camera per il Question time. Scintille con Conte sul Superbonus, Schlein: «Distruggete il diritto alla salute»- Video

24 Gennaio 2024 - 16:30 Redazione
La premier al leader M5s: «In Europa perplessità sull'Italia per colpa vostra»

Sono molto diversi i temi che la premier Giorgia Meloni ha affrontato a Montecitorio nel corso del Question time. Dalla situazione di Gaza alla Magneti Marelli, dalla Sanità all’Ecofin. E, soprattutto, il confronto è stata l’occasione per una doppia sfida, prima con Giuseppe Conte (intervenuto in replica su una interrogazione del Movimento) e quindi con la segretaria Pd Elly Schlein. Il primo tema è proprio il conflitto tra Israele e Palestina e l’impegno italiano in direzione della pace, posto da Nicola Fratoianni (Avs): «Il riconoscimento dell’autorità palestinese non può essere chiesto unilateralmente. L’Italia deve impegnarsi su una road map che conduca a due popoli per due stati. Siamo tra i pochissimi ad aver mandato subito aiuti a Gaza, stiamo ora lavorando per portare minori palestinesi ad essere curati nei nostri ospedali». Fratoianni replica sottolineando che Avs «non ha mai messo in dubbio la gravità degli attentati del 7 ottobre. Non sono però più sufficienti gli appelli alla moderazione, se non si condividono le dichiarazioni di Netanyahu quando dice “finché ci sarò io non esisterà mai uno stato palestinese”. Se si vuol fare qualcosa bisogna riconoscere lo stato palestinese». Su Stellantis, rispondendo alle domande di Matteo Richetti, dice: «C’è stata un’acquisizione di fatto da parte della francese Psa. Vogliamo difendere gli interessi nazionali e i livelli occupazionali, abbiamo istituito un tavolo permanente di sviluppo del settore. Vogliamo tornare a produrre in Italia almeno un milione di veicoli l’anno, ma per promuovere automobili come italiane dovranno essere prodotte in Italia. Queste regole valgono per tutti».

Reddito di cittadinanza e anziani

Sull’abolizione del Reddito di cittadinanza, Meloni si scalda anche se la domanda arriva dalla sua stessa maggioranza: «Se non sei disponibile a lavorare non puoi pretendere di essere mantenuto con i soldi di chi lavora ogni giorno», dice spiegando che con il nuovo assegno di inclusione darà a chi ne ha diritto un assegno medio più alto, di più di 600 euro. Maurizio Lupi, di Noi Moderati, replica dicendo che i soldi del reddito di cittadinanza non corrispondevano al maggior accesso alle offerte di lavoro o di formazione. Un nuovo finanziamento riguarderà invece l’assistenza agli anziani, per un totale di un miliardo di euro: «Annuncio che il decreto legislativo arriverà domani al Cdm per l’approvazione. Stanzierà risorse per garantire all’anziano una vita serene a dignitosa». A proposito delle privatizzazioni previste dalla Nadef dice che non si tratta di «dismettere o di svendere, come ho detto l’impostazione di questo governo è lontana anni luce da quanto visto purtroppo accadere in passato quando le privatizzazioni» sono state «regali miliardari a qualche ben inserito e fortunato imprenditore, quello non aveva niente a che fare con il libero mercato ma piuttosto» a quanto accaduto “con gli oligarchi russi quando si è dissolta l’Unione sovietica».

I risarcimenti per i crimini nazifascisti

A proposito dei risarcimenti ai familiari delle vittime dei crimini nazifascisti e del rischio che questi non vengano effettivamente finanziati Meloni dice: «Abbiamo dato una indicazione chiara e riteniamo i risarcimenti doverosi. L’avvocatura dello stato, però, deve fare il suo lavoro e ricostruire il fatto oltre ai legami tra le vittime e, in questo caso, i discendenti. Il lavoro di accertamento è doveroso, è nostra responsabilità usare i fondi in modo responsabile». Riccardo Magi di +Europa, autore dell’interrogazione, commenta di non essere convinto: «Nelle argomentazioni dell’avvocatura si dice che “per la troppa tenera età del familiare non c’è stato un danno”, mi pare che si vada oltre l’accertamento del fatto. Mi sarei aspettato la proposta di aumentare il fondo se lo considerate poco capiente».

Il Patto di stabilità e le scintille con Conte

La tensione si accende in particolare davanti all’interrogazione del Movimento cinque stelle, a proposito del Patto di stabilità. La premier spiega che il Patto ottenuto è migliore del ritorno alle vecchie regole che avrebbe chiesto all’Italia di avere un avanzo fin dal primo anno. Il patto siglato permetterà invece, oltre al periodo transitorio, di usare il debito per un primo periodo «finanziando servizi pubblici e sanità, ma se ci fosse un altro governo magari finanzierebbe il Superbonus per ristrutturare le magioni con piscina»: «Quelle approvate sono le regole che avremo scritto? No. È l’intesa migliore possibile alle condizioni date, sì. Quando ti presenti al tavolo delle trattative con un deficit al 5,3% causato soprattutto dalla ristrutturazione gratuita delle seconde e terze case e chiedi maggiore flessibilità è possibile che qualcuno ti guardi con diffidenza». In replica Giuseppe Conte è durissimo: «Presidente, è tornata da Bruxelles con un pacco di stabilità che si scaricherà sulla testa degli italiani. Cosa ha fatto a Bruxelles? Le battaglie si possono anche perdere, ma perderle senza combattere vuol dire perderle con disonore».

Lo scontro con Schlein sulla sanità

La segretaria del Pd, Elly Schlein, ha l’ultima domanda del question time e la dedica alla sanità pubblica: «Mancano 30mila medici e 70mila infermieri, nei pronto soccorso la situazione è insostenibile, i medici che non fuggono dall’Italia sono già fuggiti. L’unico modo per intervenire è sbloccare il tetto alla situazione, una norma obsoleta datata dal 2004. E non mi risponda che potevamo farlo noi». Meloni risponde: «La norma del tetto di spesa è del 2009. Non vi dirò perché non l’avete fatto voi, considero una esplicita attestazione di stima il fatto che chiediate a noi di risolvere quello che non avete risolto voi in 10 anni». Meloni dice ancora: «Per noi assicurare il diritto alla salute dei cittadini è una priorità assoluta. Il fondo sanitario è ai massimi storici, Covid compreso. Ci stiamo occupando e ci occuperemo della sanità, compreso il superamento del tetto di spesa». Ma Schlein in replica si dice non convinta: «Lei va al governo per risolvere i problemi o per continuare a scaricarli sugli altri? Io ero stata più delicata: sa chi era al governo nel 2009? Lei, quindi il problema l’ha creato lei, state distruggendo il diritto alla salute». Schlein spiega poi che l’aumento dei finanziamenti va parametrato all’inflazione. Se si fa questo calcolo, dice la segretaria del Pd, «questi finanziamenti continuano a ridursi se relazionati al Pil».

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