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La Lega prova a smarcarsi sull’Ucraina, poi ci ripensa e ritira l’ordine del giorno “pacifista” di Romeo: tensioni nella maggioranza e applausi M5S

In Senato la conversione del decreto di sostegno a Kiev rischiava di creare qualche imbarazzo. Così è intervenuto palazzo Chigi

Il guanto di sfida è durato poco. Sarà riformulato dal governo l’ordine del giorno della Lega per chiedere un cambio di strategia sulla guerra in Ucraina. Un testo molto esplicito e che, almeno sul piano politico, poteva rischiare di generare non pochi imbarazzi. Presentato dal capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, e in votazione questa mattina, a margine dell’approvazione della proroga del decreto che concede armi all’Ucraina per tutto il 2024, si è attivato Palazzo Chigi per dirimere la questione. Anche perché all’interno del documento si legge infatti che il governo deve impegnarsi «nelle competenti sedi europee» per una «concreta e tempestiva iniziativa volta a sviluppare un percorso diplomatico, al fine di perseguire una rapida soluzione del conflitto».

Gli argomenti della Lega

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto. ANSA/CLAUDIO PERI

Nelle premesse del testo, si dice esplicitamente che l’Ucraina non ha alcuna possibilità di vincere la guerra. Citando le parole di Guido Crosetto, Romeo evidenzia che lo stesso ministro ha chiarito che la «controffensiva estiva dell’Ucraina non ha dato i risultati attesi» e pertanto, «dopo quasi due anni, il conflitto presenta le caratteristiche di una tradizionale guerra di posizione, anche in considerazione del fatto che gli sforzi finora sostenuti hanno esaurito le risorse necessarie per alimentare ulteriori spinte offensive». Romeo aggiunge che le elezioni americane potrebbero portare a breve ad un disimpegno dalla questione – leggi vittoria di Donald Trump e che  «secondo le principali analisi dei più importanti centri di ricerca di studi strategici, quando un conflitto fra Stati supera la durata di un anno, c’è un alto rischio che questo si protragga per un lungo periodo». Insomma, tutti elementi che dovrebbero portare a lavorare maggiormente per la pace.

La posizione italiana

Giorgia Meloni e Ursula Von der Leyen EPA/STEPHANIE LECOCQ

Una posizione ragionevole ma che potrebbe mettere in imbarazzo sui tavoli internazionali l’Italia, visto che la premier Giorgia Meloni, al di la della gaffe con i comici russi, in cui parlava di “stanchezza” della comunità internazionale, si è sempre detta in prima linea nel sostegno a Kiev. Non solo, il tema Ucraina è in cima alla lista delle priorità per Ursula Von der Leyen e la sua campagna per il bis alla Commissione europea, se l’Italia avesse posizioni più morbide questo potrebbe generare nuovi attriti.

Le reazioni dell’opposizione

Stefano Patuanelli, M5s. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

La posizione di Romeo è stata accolta con favore in particolare da Stefano Patuanelli del Movimento cinque stelle. «Chiederemo di poter sottoscrivere l’odg del senatore Romeo e voteremo a favore. Ne condividiamo totalmente le premesse e anche se il dispositivo d’impegno al Governo non accenna al necessario stop alla fornitura di armi, riteniamo sia implicito proprio dalla lettura delle premesse», dice il Senatore. E Enrico Borghi di Italia Viva prosegue: «Vedremo rinascere l’asse giallo verde (mentre Trump si riaffaccia all’orizzonte)? E la Presidente del Consiglio condivide queste parole, che presuppongono di lasciare Kyiv al proprio destino?».

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