I musicisti dell’Orchestra sinfonica contro Beatrice Venezi: «La spinta mediatica l’ha portata più in alto di quello che merita»
Il direttore d’orchestra Beatrice Venezi è certamente un personaggio divisivo, protagonista di molte polemiche negli ultimi mesi. Non solo politiche, ora anche artistiche: come quella che vede protagonisti i musicisti dell’Orchestra sinfonica siciliana. Al termine del doppio concerto al Politeama, infatti, non hanno reso alcun tributo a Venezi, come sarebbe da prassi. A Repubblica hanno anche spiegato il motivo. «Se nessuno di noi si è mosso è perché la direttrice d’orchestra ha solo complicato il nostro lavoro: sarebbe stato più facile suonare senza di lei», ha dichiarato Claudio Sardisco, flautista della Foss da quasi 40 anni. Il motivo è presto detto: «La scena se l’è presa lei, ma il lavoro “sporco” lo abbiamo fatto noi orchestrali».
«Ce la siamo dovuta cavare da soli»
Gli artisti avrebbero infatti contribuito al successo dello spettacolo scegliendo di seguire rigidamente le partiture, guardando a malapena Venezi. «Dopo le prove d’orchestra abbiamo avuto dei problemi con la direttrice e abbiamo concordato con i colleghi di non guardarla in modo da riuscire a coordinarci concentrandoci solo sull’ascolto reciproco: ce la siamo dovuta cavare da soli perché i gesti di Venezi non erano coerenti con l’esecuzione musicale». Sardisco è un fiume in piena: «Anche un neofita può guidare una macchina di Formula 1, ma quando ci sono curve se non c’è il giusto pilota bisogna andare in modalità pilota automatico. Allo stesso modo, nei cambi di ritmo e di tempo e nei momenti più critici della partitura, un bravo direttore deve essere in grado di guidare l’orchestra. Ecco, non è il caso di Venezi».
«Non è un discorso politico»
E il flautista non è l’unico ad avere questa opinione: «Posso non essere d’accordo con le sue idee, ma quando si suona conta solo la musica e la politica resta fuori — dice il violinista Luciano Saladino — Il problema è che la vedi da fuori e ti sembra pure brava, poi però lavorandoci ti accorgi che non è in grado di seguire l’orchestra». E allora come si spiega il suo grande successo? «La spinta mediatica l’ha portata più in alto di quello che merita e mi ha dato fastidio che, in un programma ricco come quello della Sinfonica di quest’anno, sia stata presentata come se fosse Bernstein: è un’offesa a chi questo mestiere lo fa con fatica, studio e devozione senza sottostare a logiche clientelari e a giochi di potere», dice Saladino. E conclude: «In questo Paese la meritocrazia è andata a farsi benedire e questo discorso non riguarda solo lei».
«Un fenomeno mediatico»
Si accoda la violinista Ivana Sparacio: «Chiunque venga a dirigerci merita la nostra professionalità, ma Venezi non rientra certo tra i direttori d’orchestra con cui mi possa vantare di avere lavorato. È un fenomeno mediatico, spettacolarizza la musica». L’ipotesi, al momento solo teorica, di vedere Venezi direttrice artistica della sinfonica come prevedibile non li entusiasma. Eppure, commenta Saladino, «farebbe meno danni di quanti ne fa dirigendo l’orchestra». In ogni caso l’eventualità «Non è stata oggetto di discussione nel consiglio di amministrazione, e ad ogni modo il ruolo sarebbe incompatibile con la direzione artistica di TaoArte», osserva Sonia Giacalone, violoncellista e rappresentante dei professori d’orchestra nel cda della Foss.
I difensori
Non manca in ogni caso chi riserva parole più tolleranti nei confronti del direttore vicino a Giorgia Meloni: secondo il primo violino Pasquale Faucitano, per esempio, Venezi è «una professionista seria e preparata che ha voglia di lavorare e di proporre le sue idee». Stefania Tedesco, che suona l’oboe, definisce il suo lavoro «ben svolto soprattutto nei tempi lenti. Anche se dovrebbe migliorare alcuni dettagli a livello tecnico, specie per quanto riguarda il controllo dell’orchestra». Anche il sovrintendente della Sinfonica Andrae Peria si dissocia «dal tono e dai contenuti» delle critiche e rinnova la «massima stima e solidarietà al direttore Beatrice Venezi».
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