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La strana riforma sperimentale degli istituti tecnici: nell’elenco approvato da Valditara anche una scuola in Egitto. E altre anomalie

24 Gennaio 2024 - 19:42 Ygnazia Cigna
Dai sindacati continuano le denunce di aspetti poco chiari nella lista del Mim: «Una scuola di Milano si era detta contraria, ma è stata inserita lo stesso»

Sono in tutto 171 gli istituti tecnici e professionali, per 193 corsi, ammessi alla sperimentazione della riforma del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Riduzione dei percorsi scolastici da 5 a 4 anni, istituzione degli Its Academy, rafforzamento delle materie di base, più ore di alternanza scuola-lavoro, e ampliamento dell’offerta didattica con laboratori guidati da personalità esperte di aziende sui territori: sono questi i punti cardine della riforma del Mim, attualmente ferma in Senato ma già approdata in alcuni istituti in via sperimentale. In questi giorni il dicastero di Viale Trastevere ha diffuso i dati delle scuole che hanno chiesto di poter aderire a questo percorso già a partire dall’anno scolastico 2024/2025. Salta all’occhio come la diffusione sul territorio italiano sia particolarmente disomogenea: ci sono Regioni che hanno oltre venti corsi che hanno aderito alla sperimentazione, mentre altre ne hanno solo uno. In testa ci sono Lombardia, Calabria, Puglia, Sicilia e Campania che hanno tra i 24 e i 31 corsi coinvolti. Tra chi, invece, conta i numeri più bassi ci sono la Basilicata, la Liguria, l’Umbria, l’Abruzzo, la Toscana e il Veneto. Nell’elenco, visionato da Open, spunta a sorpresa anche una scuola al Cairo, in Egitto.

La scuola egiziana

L’istituto egiziano che ha aderito alla sperimentazione di Valditara è l’Istituto Salesiano italiano “Don Bosco” e si trova in uno dei più grandi distretti del Cairo. Sul loro sito, scrivono che «il nome Don Bosco è sinonimo di istruzione tecnica di alta qualità in Egitto», e ci tengono a sottolineare come riescano a garantire «il continuo contatto con varie aziende e altri istituti didattici». I corsi che propone sono principalmente di meccanica, meccatronica, elettrotecnica e informatica. Si tratta, inoltre, di una scuola che solo a maggio dello scorso anno ha aperto la possibilità alle ragazze di potersi iscrivere. Fino ad allora si rivolgeva solo a studenti maschi.

I sindacati: «I dati di un fallimento»

A far luce sull’elenco del Mim è la Flc Cgil che respinge i «toni trionfalistici» con cui il ministro Valditara ha comunicato il numero degli istituti che hanno aderito alla sperimentazione della riforma. «Sono i dati di un fallimento», commentano i sindacalisti che in questi mesi hanno denunciato più volte «le pressioni» che il Mim avrebbe messo in atto per aumentare il numero di domande. «Gli istituti tecnici e professionali su tutto il territorio nazionale sono più di duemila. Peccato che tra le unità il Ministro abbia inserito anche 11 scuole private e persino una scuola che si trova in Egitto», commentano dalla Flc. «E non è un caso che alcune scuole che hanno aderito erano in procinto di chiudere», incalza a Open la sindacalista Graziamaria Pistorino sottolineando come molti istituti possano aver scelto questa opzione come salvagente da una potenziale chiusura. «A tenere parzialmente a galla questa riforma hanno contribuito in un’ottica accondiscendente e poco lungimirante, le regioni del Sud che, come sempre, si fanno del male da sole», aggiungono dal sindacato. Ma le anomalie della gestione di questa sperimentazione non sembrano finire qui.

La scuola di Milano contraria, ma finita nella lista del Mim

«L’Istituto Carlo Porta di Milano è entrato a far parte della sperimentazione senza rispettare i criteri che dovrebbero garantire la democrazia a scuola», denunciano i sindacalisti della Flc che hanno raccolto la testimonianza della scuola. «La normativa vigente prevede che per partecipare al Progetto di sperimentazione per la nuova filiera formativa ci sia l’ok sia del collegio dei docenti sia del consiglio di istituto. Nel caso dell’Istituto Porta – fanno sapere -, il collegio aveva con chiarezza espresso parere contrario. Eppure la scuola è nella lista».

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