Intelligenza artificiale, il ministro Giorgetti: «Rafforzare il ruolo degli investitori istituzionali e agire sui capitali a livello europeo»
Quando si parla di intelligenza artificiale «stare fermi vuol dire stare indietro». L’ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti intervenuto a un convegno presso la sede di Borsa italiana a Milano organizzato dalla Fondazione Bruno Kessler. Durante l’evento il nuovo presidente Ferruccio Resta ha raccontato il piano di mandato della fondazione di Trento – centro di eccellenza per la ricerca italiane ed europea – per i prossimi tre anni che vede i suoi capisaldi proprio nello sviluppo di tecnologie innovative e nell’intelligenza artificiale.
Ferruccio Resta (FBK): «Garantiremo ricerca di qualità»
«In un contesto segnato da fenomeni quali cambiamento climatico, invecchiamento della popolazione europea, digitalizzazione, instabilità internazionali e mobilità giovanile – ha affermato Resta -, l’impegno che ci assumiamo pubblicamente è quello di garantire una ricerca di qualità, interdisciplinare, internazionale, in grado di rinnovare tecnologie e modelli esistenti e offrire soluzioni nuove». Secondo il presidente, ex rettore del Politecnico di Milano, «grazie all’intelligenza artificiale, nei prossimi anni assisteremo a uno sviluppo di business, nuove aziende e professioni» molto simile a quello generato da Internet. Per vincere questa sfida è necessario un lavoro congiunto di industrie, istituzioni e centri di ricerca. Per questo motivo alla presentazione del Piano c’erano, tra gli altri, il presidente della Borsa italiana, Claudia Parzani; il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti; Il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana; nonché dirigenti di importanti aziende da Microsoft a Pirelli.
La via (europea) per lo sviluppo
Il ministro Giorgetti ha chiarito davanti all’attenta platea che non c’è sviluppo tecnologico possibile senza una sana gestione dei conti pubblici. «Da ministro dell’Economia – ha affermato – posso ribadire che l’utilizzo oculato delle risorse è fondamentale. Tenere i conti pubblici in ordine consente di pensare a investimenti e sviluppo». Ecco perché il governo è «già al lavoro per preparare il nuovo piano strutturale di bilancio a medio termine, introdotto dalla riforma della governance economica europea». Non sono mancate critiche al sistema europeo che «ancora si muove in ordine sparso», e dove «prevale un approccio improntato alla regolazione e al rilassamento delle norme sugli aiuti di Stato, lasciando i Paesi membri a competere tra di loro». E invece secondo il ministro «è essenziale dare continuità alla sperimentazione di una capacità fiscale europea da legare alla sfida della competitività internazionale e magari da finanziare su base europea». Come? «Continuando sul percorso avviato con il disegno di legge per la competitività del mercato dei capitali», ha spiegato il ministro, che ha aggiunto: «Vogliamo rafforzare gli strumenti di finanza per la crescita, affinché il risparmio privato possa essere convogliato verso le imprese che vogliono investire. Serve inoltre favorire lo sviluppo del mercato dei capitali europeo e nazionale, del venture capital in particolare anche tramite un ruolo rafforzato degli investitori istituzionali». L’intervento del ministro è stato preceduto da quello di Roberto Viola, direttore generale per le politiche digitali della Commissione europea, che ha difeso la svolta europea in tema di AI: «L’Europa si è presa la sua responsabilità, unica al mondo ha messo in piedi il primo regolamento al mondo sull’Intelligenza artificiale (Ai). È necessario un sistema di regole e la Ue ha fatto la cosa giusta: regole aperte all’innovazione e che rispettino i diritti», ha detto pur ammettendo un ritardo storico del Vecchio Continente: «L’Europa ha mancato la rivoluzione dei dati e di Internet, non può mancare quella dell”Intelligenza artificiale: sono appena stati stanziati 4 miliardi per lo sviluppo dell’Ai con l’obiettivo di fare sistema tra conoscenza, super calcolo e impresa per creare circolo». In conclusione: «Ci si deve dare una svegliata e lavorare insieme ai centri di ricerca e alle imprese», ha detto.
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