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«Così Vittorio Sgarbi ha comprato un quadro in nero per rivenderlo a Montecarlo»

26 Gennaio 2024 - 06:12 Redazione
vittorio sgarbi quadro valentin de boulogne appropriazione indebita
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Il Fatto racconta la testimonianza di Mario Brognoli su un altro dipinto sotto indagine: il "Concerto con bevitore" attribuito a Valentin de Boulogne

Il sottosegretario Vittorio Sgarbi è indagato a Imperia per esportazione illecita di beni culturali. Al centro della vicenda c’è un quadro. Ma non quello di Manetti. Bensì per il Concerto con bevitore attribuita al Valentin de Boulogne. Scrive oggi Il Fatto Quotidiano che Sgarbi ha comprato l’opera per 10 mila euro. Il dipinto è stato sequestrato mentre era diretto a Montecarlo per una vendita all’estero. Senza però l’attestato di libera circolazione che prevede la legge. Nell’inchiesta compaiono anche la compagna di Sgarbi Sabrina Colle e il mercante d’arte Gianni Filippini. La difesa del sottosegretario sostiene che la tela non fosse sua e che si trattasse di una copia di proprietà di un amico. Mauro Brognoli, l’uomo che nel 2014 ha venduto il quadro a Sgarbi, lo smentisce.

Il testimone

Il dipinto arriva dalla provincia di Brescia. Era di proprietà dei fratelli Bellometti, titolari di una fonderia della zona. Giacomo Crotti detto Jack, l’autista di Sgarbi che abita a Orzinuovi contatta il marito di Patrizia Bellometti per acquistarlo. Ovvero proprio Brognoli, che nel frattempo ha divorziato dalla moglie. «Mia figlia all’epoca studiava all’estero, avevamo bisogno di soldi quando arrivò questa offerta. Io Sgarbi non l’ho mai incontrato di persona, venivano altri due per lui», sostiene. Dice di averlo venduto per diecimila euro ricevuti in contanti. Gianfranco Mingardi, restauratore di fiducia di Sgarbi sempre residente a Brescia, due anni dopo lo riceve per lavorarci. Finisce nel 2018. Da lì il dipinto finisce a Ro Ferrarese, e da lì prende la strada per Montecarlo. Prima però un’expertise fatta in casa lo attribuisce a Valentin de Boulogne.

Il contratto

Infine c’è il contratto. Firmato tra Hestia srl, società di Colle, e la Switz Art di Mirella Setzu con base a Montecarlo. Adesso un giudice deciderà sulla richiesta di rinvio a giudizio della procura.

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