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Mattarella nel giorno della Memoria: «Il 7 ottobre ci ricorda la Shoah, ma Israele non neghi lo stato ad un altro popolo» – Video

Il presidente della Repubblica: «Mai dimenticare le ignobili leggi razziali che approvò l'Italia»

Riporta all’attenzione per il presente, Sergio Mattarella, intervenendo alle celebrazioni presso il Quirinale della Giornata della Memoria. Al di là del ricordo per il dolore e per quanto i “giusti”, anche italiani, fecero per salvare dalla deportazione gli appartenenti alla comunità ebraica, dice, «non si deve mai dimenticare che il nostro Paese, l’Italia, adottò durante il fascismo – in un clima di complessiva indifferenza – le ignobili leggi razziste: il capitolo iniziale del terribile libro dello sterminio; e che gli appartenenti alla Repubblica di Salò collaborarono attivamente alla cattura, alla deportazione e persino alle stragi degli ebrei. Un portato inestinguibile di dolore, di sangue, di morte sul quale mai dovremo far calare il velo del silenzio». Dunque nessun compiacimento, né racconto edulcorato delle responsabilità anche del nostro paese. E uno sguardo deciso anche all’attuale conflitto in cui è coinvolto Israele, come già era avvenuto col discorso di fine anno: «Assistiamo, nel mondo, a un ritorno di antisemitismo che ha assunto, recentemente, la forma della indicibile, feroce strage antisemita di innocenti nell’aggressione di terrorismo che, in quella pagina di vergogna per l’umanità, avvenuta il 7 ottobre, non ha risparmiato nemmeno ragazzi, bambini e persino neonati. Immagine di una raccapricciante replica degli orrori della Shoah», dice Mattarella. «Sentiamo crescere in noi, di giorno in giorno, l’angoscia per gli ostaggi nelle mani crudeli di Hamas. L’angoscia sorge anche per le numerose vittime tra la popolazione civile palestinese nella striscia di Gaza. Tante donne e bambini». Un’angoscia che riguarda «anzitutto per l’irrinunziabile rispetto dei diritti umani di ciascuno, ovunque. E anche perché una reazione con così drammatiche conseguenze sui civili, rischia di far sorgere nuove leve di risentimenti e di odio», ha aggiunto. «Coloro che hanno sofferto il turpe tentativo di cancellare il proprio popolo dalla terra sanno che non si può negare a un altro popolo il diritto a uno stato».

Nel discorso per il “Giorno della Memoria”, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, cita Primo Levi: «La storia della deportazione e dei campi di concentramento non può essere separata dalla storia delle tirannidi fasciste in Europa: ne rappresenta il fondamento condotto all’estremo, oltre ogni limite della legge morale che è incisa nella coscienza umana». «Con queste parole», ha spiegato Mattarella, «Levi scolpiva il giudizio sulle radici e sulle responsabilità prime del più grave sterminio, organizzato e programmato ai danni di donne e uomini definiti di razze inferiori, il più grave compiuto nella storia dell’umanità». C’è poi il ricordo dei Giusti, «persone che, per motivazioni diverse, hanno rischiato la propria vita e talvolta l’hanno anche perduta per mettere in salvo cittadini ebrei dalla furia omicida nazifascista». «Un lungo elenco di nomi, quasi ottocento quelli finora accertati in Italia, una costellazione di luci e di speranza che continua a rassicurare sul destino dell’umanità».

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