La protesta degli studenti davanti alla Statale di Milano nel Giorno della Memoria: «L’Università sostiene il genocidio dei palestinesi» – Il video
«L’indifferenza uccide», si legge nello striscione tenuto dagli studenti dell’Università Statale di Milano di fronte alla sede centrale dell’ateneo Il sionismo pure. «Stop al genocidio in Palestina! Fuori l’Italia dalla Nato, no alla missione nel Mar Rosso», continua la sintesi scritta a caratteri rosso sangue sul telo bianco. Free Palestine, cantavano gli studenti sotto lo sguardo vigile della polizia e di diversi addetti alla sicurezza che prima spintonano i ragazzi e le ragazze e poi – una volta spostatisi dall’ingresso dell’Università – li lasciano manifestare. «Sono studenti! L’Università è loro, lasciateli manifestare», urla una donna tra i passanti di fronte alla sede dove oggi, 27 gennaio, la senatrice a vita e sopravvissuta all’Olocausto Liliana Segre riceve la Laurea honoris causa in Scienze storiche. «Riteniamo inaccettabile la strumentalizzazione di questa giornata ad opera della Statale che, mentre parla di memoria, continua a sostenere attivamente il genocidio del popolo palestinese perpetrato da Israele».
Il messaggio dei manifestanti
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi aveva cercato invano di vietare le manifestazioni pro Palestina nel giorno memoria. Liberi di esprimersi i giovani proseguono: «Pensiamo alle partnership con le università israeliane – e a ricoprire la funzione di megafono ideologico legittimando e normalizzando la sempre più generalizzata tendenza alla guerra, come dimostra il coinvolgimento di tre docenti della Statale nella stesura del “manuale militare” che servirà a formare e addestrare il personale coinvolto nelle operazioni militari, scrive il comitato Cambiare Rotta sul proprio profilo Instagram pubblicando il video dell’accaduto». L’ateneo milanese – continua il comitato – «mentre agita astrattamente i “valori” della Giornata della Memoria ha ratificato la proroga dell’invio di armi in Ucraina, si prepara a scendere in guerra a fianco di Israele nell’operazione Mar Rosso, e restringe ulteriormente gli spazi di agibilità politica e democratica come dimostrano i tentativi di impedire le manifestazioni in solidarietà al popolo palestinese in data odierna, così come la perquisizione politica in atto contro un lavoratore di Roma solo per aver condiviso un post in solidarietà alla Palestina». Al momento, l’Università non ha risposto alla contestazione.
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