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Telefoni sotto la parrucca e cuffie alle orecchie: così 50 persone hanno preso la patente con una truffa

27 Gennaio 2024 - 09:25 Redazione
I pacchetti di suggerimenti costavano fino a 7 mila euro. Nell'inchiesta sono coinvolte 104 persone

Non parlava una parola di italiano l’uomo cinese che nel 2018 si era presentato alla motorizzazione di Torino sostenendo un esame teorico della patente senza nemmeno un errore. Un episodio tanto raro quanto sospetto che mise in allarme gli esaminatori. Una serie di controlli in breve tempo smascherò un articolato sistema che permetteva a candidati impreparati di passare l’esame ottenendo suggerimenti da remoto. Il materiale necessario? Cuffie con microfono, un telefono, e – fondamentale – una parrucca per nascondere il dispositivo e i cavi. A tradire l’uomo, in realtà calvo, fu una chioma un po’ troppo folta. Da quel novembre del 2018 partì l’indagine della polizia stradale, dalla quale è emerso che non si trattava di un caso isolato.

L’inchiesta

Sono infatti 104 le persone denunciate nell’ambito dell’inchiesta per cui nei giorni scorsi si è svolta l’udienza preliminare. Nell’ottobre del 2020, ne è emersa un associazione ben strutturata con le quale i candidati impreparati potevano organizzarsi per superare l’esame grazie ai suggerimenti. Alcuni dei componenti delle organizzazioni hanno patteggiato o richiesto la messa alla prova, si legge sulle pagine torinesi del Corriere della Sera. Per tutti gli altri è scattato il rinvio a giudizio e dovranno rispondere di associazione per delinquere. Già nel 2020 sulla base di alcune intercettazioni erano state disposte le misure cautelari per nove persone: due cittadini italiani, uno peruviano, e sette cinesi. Due di loro sono rimasti in carcere. Il quartiere generale dell’impresa era a Torino, ma i pacchetti venivano venduti in tutta Italia.

Come funzionava il sistema di suggerimento

Previo un pagamento, gli impreparati ottenevano le risposte durante l’esame. Era tutto studiato nei dettagli. Una volta entrati nell’aula, i candidati dovevano chiedere le cuffie, in modo da poter tenere le orecchie occupate senza destare sospetti. Con il telefono sotto la parrucca comunicavano con i suggeritori. Le domande venivano lette dai monitor. A quel punto ai suggeritori era sufficiente indicare se l’informazione fosse vera o falsa. Per essere promossi, basta fare meno di quattro errori, ma evidentemente l’intenzione era quella di consegnare esami perfetti. I livelli di servizio erano tre, in base allo stato della preparazione. Il più costoso arrivava fino a 7 mila euro. In totale, sono 50 le patenti di guida che sono state ritirate in quanto ottenute con l’inganno, il quale, in alcuni casi, non si è limitato all’esame teorico ma si è spinto fino a quello pratico.

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