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Salute mentale, l’esplosione della terapia online: funziona per tutti? Le ragioni del successo tra dubbi e opportunità – L’inchiesta

L'efficacia dei servizi di psicologia online è al pari di quella dei metodi più tradizionali? La voce degli esperti e la testimonianza di chi ne è stato pioniere nella prima puntata dell'inchiesta di Open dedicata alle nuove frontiere della cura della salute mentale

Accorciare le distanze tra pazienti e psicologi con la terapia a distanza: paradosso o realtà? Negli ultimi anni, in particolare dopo la pandemia da Covid, l’offerta di supporto psicologico online si è diffusa in modo capillare. Un approccio nuovo, o almeno per il nostro Paese, che ha reso più accessibile la cura del proprio benessere, sia dal punto di vista economico sia in relazione agli spostamenti fisici. Tuttavia, non mancano gli interrogativi, che il settore stesso si sta ponendo. In termini di efficacia, la terapia online e quella in presenza sono equivalenti? Costi più contenuti per i pazienti si traducono in retribuzioni più basse per gli psicologi? E ancora: quali sono gli aspetti etici che la comunità psicologica si trova ad affrontare in questo contesto? Secondo il presidente dell’Ordine degli Psicologi, David Lazzari, c’è un dato incontrovertibile da cui partire: «Al di là del fatto di essere favorevoli o contrari a questo approccio, dobbiamo riconoscere una realtà: stiamo parlando di un fenomeno inarrestabile», afferma a Open. «La tecnologia, anche in questo campo, non può essere fermata, ma migliorata sì», chiosa.

Oltre l’iconico lettino di Freud

L’iconico lettino di Freud, una stanza silenziosa e luminosa, una scrivania o una poltrona. Sono questi gli elementi spesso associati al processo terapeutico nell’immaginario collettivo. Una rappresentazione ormai datata, se non stereotipata, di fronte alle tante modalità con cui oggi viene erogata la terapia. Dai servizi di consulenza via mail e via chat alle terapie telefoniche, fino a quelle in videochiamata. Esistono già da diversi decenni, ma con la pandemia – soprattutto le ultime – hanno accelerato la loro presenza nell’ambito dell’offerta psicologica. Con le restrizioni imposte dal governo per contenere i contagi, nel 2020 i terapeuti si sono trovati costretti a dover ricorrere a forme sostitutive della psicoterapia più tradizionale. Finita la pandemia non c’è stato un rallentamento di questi servizi, ma un aumento. Nel 2019 è nato Unobravo, il servizio di psicologia online che in Italia conta il maggior successo. In soli 5 anni ha sostenuto oltre 170mila pazienti tra Italia e Spagna e oggi conta oltre 5mila psicologi e psicoterapeuti attivi. Negli anni successivi alla pandemia si sono moltiplicate piattaforme simili.

Cosa c’è dietro i costi bassi

Le tariffe che propone Unobravo, così come altre piattaforme simili, sono più contenute rispetto a quelle che di solito chiedono i terapeuti nelle sessioni faccia a faccia: 49 euro per una seduta individuale e 59 euro per una di coppia. Accessibilità e flessibilità sono le loro parole d’ordine. «La terapia online abbatte molti costi vivi: lo psicologo può lavorare agilmente da casa, seppur sempre in totale privacy e sicurezza, e non necessariamente in uno studio che comporta ulteriori costi. Inoltre, se si deve cambiare orario, la modalità online offre più flessibilità». A parlare è Danila De Stefano, fondatrice e Ceo di Unobravo che racconta a Open quelli che, a suo avviso, sono i vantaggi di questo approccio. Quanto all’accessibilità, non entrano in gioco solo fattori economici. Per i pazienti con difficoltà motorie o con immunodeficienza, la modalità online rende più facile l’accesso alla psicoterapia. Lo stesso vale per tutti coloro che hanno problemi a sostenere l’impatto emotivo nella relazione in presenza.

Quanto vengono pagati gli psicologi online (e non solo)

Le critiche più severe spesso rivolte a queste nuove piattaforme si concentrano sulle retribuzioni dei lavoratori. Il tema, però, apre un “vaso di pandora” perché necessita di essere inserito nel contesto più ampio delle condizioni lavorative in cui versano i terapeuti. Sottoccupazione e precariato troppo spesso fanno da padroni, soprattutto tra i giovani laureati. I terapeuti impiegati nelle cooperative guadagnano in media tra gli 8 e i 12 euro l’ora. Uno studio privato chiede in media tra i 55 e i 60 euro l’ora. Unobravo si colloca circa a metà con 30 euro l’ora. «I dati mostrano che il guadagno medio di uno psicologo nel 2022 è salito in media a 17mila euro l’anno. L’anno prima erano 12mila», fa sapere De Stefano. «È troppo semplice additare le piattaforme online dicendo che pagano meno. Certamente sono cifre minori a quelle che si guadagnano in studio, ma prendi comunque molto di più rispetto a quanto potresti ricevere, ad esempio, in una Asl, in un consultorio, in un tribunale, ma anche nelle tantissime cooperative che, di fatto, sono la gran parte del fatturato che fa uno psicologo», ci tiene ad aggiungere.

In rete tra etica e privacy

Non solo una questione economica. Le nuove frontiere della salute mentale sollevano anche questioni etiche. «Gli aspetti etici che le terapie online devono rispettare sono essenzialmente in linea con tutti gli altri interventi psicologici», dichiara il presidente dell’Ordine. «Da un lato, sono descritti nel codice deontologico degli psicologi e valgono per tutti, dall’altro, vi sono gli indirizzi delle diverse società scientifiche che guidano i vari approcci psicoterapici», continua Lazzari che evidenzia come alcuni aspetti siano regolati poi dalle norme. È il caso della legge 24 del 2017 relativa alla sicurezza delle cure e alle responsabilità di chi lavora nelle professioni sanitarie. In quest’ultime vi rientrano anche gli psicologi che sono tenuti a rispettare le linee guida e le buone prassi dettate dalla comunità scientifica. Tra le direttive che gli stessi sono chiamati a seguire vi è anche il grande e delicato tema della privacy degli utenti. «Tutte le piattaforme online devono rispettare e garantire la privacy dei pazienti», afferma Lazzari. La fondatrice di Unobravo, dal canto suo, fa sapere che ai terapeuti della piattaforma vengono fornite delle linee guida specifiche su questo.

L’efficacia della terapia online

Quanto al paziente, gli interrogativi si spostano soprattutto sul profilo dell’efficacia terapeutica. «Con la terapia online il setting cambia notevolmente e questo richiede una grande competenza da parte dei terapeuti nel riuscire a interpretare stimoli nuovi che un tempo non c’erano. Il nostro corpo dà tantissimi segnali. E se è vero che nella terapia online si limitano principalmente al volto, è anche vero che in questa nuova condizione vi sono altri vantaggi», commenta De Stefano. «Ad esempio, vedere una stanza gravemente disordinata alle spalle di un paziente ti dà un’informazione importante. Oppure se nel corso della seduta qualcuno bussa alla porta o cerca di entrare può darti dei segnali sulla relazione che il paziente ha con i suoi familiari», prosegue. Concorda il presidente dell’Ordine degli Psicologi che ci tiene a mettere in evidenza come ormai sia assodato in letteratura scientifica che «il fattore che più agisce all’interno di una terapia, prima dei diversi approcci, è la relazione che si instaura tra il paziente e il terapeuta».

Luci e ombre

Anche dall’Associazione Nazionale Psicologi e Psicoterapeuti (A.Na.P.P.) si trovano d’accordo con questi aspetti, ma al contempo rilevano alcune criticità. «L’assenza di un incontro in presenza favorisce la collusione con le resistenze del paziente riguardo alle sue difficoltà a mettersi in gioco da un punto di vista emotivo nelle relazioni in presenza, mentre il lavoro psicoterapico verte sull’abbattimento delle resistenze per tendere ad un cambiamento del paziente in tal senso», commenta a Open la dottoressa Francesca Chiricozzi di A.Na.P.P. «La possibilità di scegliere e di sostituire un terapeuta con molti altri che sono facilmente a disposizione del paziente alimenta la sensazione di onnipotenza dello stesso in alcuni tipi di psicopatologie: è il paziente che deve arrivare a cambiare prospettiva per ottenere un cambiamento del suo modo di approcciare alle situazioni; non è la situazione ambientale che deve adattarsi alle richieste del paziente», aggiunge. Per quanto riguarda più in generale l’efficacia della terapia online, Chiricozzi ritiene che sia paragonabile a quella in presenza, ma solo a certe condizioni: «In primo luogo, se il professionista che prende in carico il paziente applica in modo rigoroso le regole indispensabili per creare il contesto terapeutico. In secondo luogo – continua – se applica un buon processo diagnostico: questa modalità, infatti, non permette di ottenere risultati con alcune tipologie di pazienti che necessariamente hanno bisogno della presenza fisica del terapeuta e dell’assenza di barriere (come lo schermo) tra i due».

La terapia online (non) è per tutti

Gli esperti sono concordi nel riconoscere che la terapia online ha il merito di aver contribuito in modo significativo a espandere l’accessibilità alle cure psicologiche. In parallelo, è condivisa anche l’opinione che questa modalità potrebbe non essere adatta a tutti. Di questa posizione si fa portavoce il presidente dell’Ordine: «Ci sono tre aspetti da considerare. Il primo è che in psicoterapia esistono approcci e metodologie differenti, e non tutti sono trasferibili in modalità online. L’esempio più ovvio sono le terapie psico-corporee, che comportano anche un coinvolgimento del corpo», spiega Lazzari. «Il secondo – prosegue – è legato al tipo di disturbo che viene trattato. La modalità online si presta per una serie di diagnosi, disturbi e situazioni cliniche, ma non per tutte. Per bisogni psicologici legati al superamento di momenti di crisi, al miglioramento delle relazioni, alla conoscenza di sé stessi o alle proprie capacità di gestione dello stress o della resilienza, trovano una buona risposta anche online. Quanto a disturbi più gravi – conclude -, non abbiamo ancora una risposta consolidata dalla letteratura: è una situazione sotto osservazione».

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