Addio bianconero, il colore di Andrea Agnelli adesso è il verde. Ecco gli investimenti green fatti. E un filo lo unisce ad Enrico Letta
Non più Italia, ma Olanda come ha spiegato in un recente colloquio con il Financial Times. Ma Andrea Agnelli non ha solo cambiato quartiere generale del suo business. Ha svoltato anche sul colore: addio al bianconero per la separazione forzata dalla Juventus, oggi il cugino di John Elkann punta decisamente sul verde. Perché il centro della sua attività è la transizione energetica su cui molti si sono buttati in questi anni.
L’investimento nella sgr guidata dall’ex Enel Fulvio Conti
La holding personale di Andrea e della sorella Anna (di tre anni più giovane) si chiama infatti Lamse spa, una holding di partecipazioni che sempre più ha concentrato i suoi investimenti nel settore energetico pulito. La partecipazione principale è il 31,01% detenuto nella Fiee sgr, specializzata nel settore delle energie green e guidata dall’ex numero uno dell’Enel, Fulvio Conti che ne è presidente con due amministratori delegati, Raffaele Melloni e Andrea Marano che ne sono congiuntamente azionisti di maggioranza. La Fiee ha lanciato anche in questi anni due fondi chiusi, il Fondo Italiano per l’Efficienza Energetica e l’ Italian Energy Efficiency Fund che sono anche essi partecipati indirettamente dalla holding di Andrea Agnelli attraverso due società semplici.
La super plusvalenza con la vendita al gruppo Eni
La Sgr come i due fondi chiusi hanno investito e in parte anche disinvestito in numerose società specializzate in «efficienza energetica, generazione da rinnovabili, elettrificazione, integrazione, e in comunità energetiche». Una di queste, la Plt energhia srl è stata venduta a Eni Plenitude per 900 milioni di euro realizzando una notevole plusvalenza. Nel portafoglio oggi c’è ancora City Green Light srl, che è il primo operatore privato nel settore della illuminazione pubblica in Italia, e Comat Servizi Energetici spa che è fra gli operatori leader nell’efficientamento energetico di circa 3 mila condomini nel Nord Italia.
Quel filo che porta ai cinesi di Londra e ad Enrico Letta
La holding degli eredi di Umberto Agnelli controlla anche la maggioranza del capitale di una altra società, la Investimenti industriali, in cui socio di minoranza è Orlando Matteo Ginatta, figlio di quel fondatore di Blutec che è finito in guai giudiziari per malversazione dopo avere ottenuto un finanziamento Invitalia destinato a rilanciare la fabbrica di Termini Imerese che appartenne alla Fiat. Per quelle vicende è gestita da un amministratore giudiziario anche la quota di minoranza di Investimenti industriali. Attraverso quella partecipazione i due fratelli Agnelli controllano quasi totalitariamente la Fabric Invest srl, che a sua volta ha in portafoglio da anni una quota del 4,8% della Liberty Zeta ltd. Si tratta di una holding londinese specializzata nella moda di lusso, i cui azionisti di maggioranza sono cinesi che hanno preso la cittadinanza britannica. Nel consiglio di amministrazione della Liberty ltd dal 2016 sedeva anche l’ex premier italiano Enrico Letta, che è restato lì fino al marzo 2021 quando ha dovuto rassegnare le dimissioni dopo essere stato chiamato alla segreteria del Partito democratico in Italia.
Leggi anche:
- La nuova vita di Andrea Agnelli ad Amsterdam: «Sono stato in difficoltà, ma quante lezioni. La SuperLega? Lasciateci lavorare e vedrete»
- Andrea Agnelli resta inibito per 10 mesi, respinto il ricorso sulle manovre stipendi della Juve
- Sentenza SuperLega, Agnelli cita gli U2 ed esulta: «Abbatto i muri che mi trattengono»