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Bologna, falsificavano documenti per ottenere le borse di studio: truffa da 1 milione euro, coinvolti 300 studenti stranieri

29 Gennaio 2024 - 15:20 Redazione
I cinque ideatori del sistema, tre dei quali ex studenti dell'Alma Mater, prendevano poi dai 300 ai 600 euro per ogni pratica

Cinque persone, tra cui tre ex studenti dell’Alma Mater Studiorum di Bologna, avrebbero ideato un sistema per ottenere indebitamente borse di studio dalle università dell’Emilia Romagna. La Guardia di finanza, nell’indagine coordinata dalla Procura di Bologna, ha calcolato una truffa per circa 1 milione di euro, una parte dei quali provenienti dalle risorse del Pnrr, che ha coinvolto più di 300 studenti stranieri. Gli accertamenti sono scattati su input di Er.go, l’Azienda regionale per il diritto agli studi superiori che eroga gli assegni, a seguito di controlli a campione sugli anni dal 2018 al 2021. Circa 25mila le domande in quel periodo, ma su alcune di esse sono emerse delle anomali che hanno insospettito gli uffici. Sono stati così bloccati assegni per 400mila euro, e dopo i riscontri l’ente ha ottenuto la restituzione di circa 200mila euro. Secondo i militari, i cinque cittadini asiatici su ogni pratica che aiutavano a inoltrare – falsificando i documenti – chiedevano tra i 300 e i 600 euro, a seconda dell’importo dell’assegno. Nell’ottenimento della borsa di studio poi, era coinvolta anche una agenzia immobiliare, presumibilmente compiacente.

Come funzionava la truffa

Secondo quanto emerso dall’inchiesta della Guardia di finanza, il gruppo aveva studiato un modo per far sembrare a Er.Go che i richiedenti avessero i requisiti necessari all’ottenimento dell’assegno. In alcuni casi, venivano contraffatte le attestazioni consolari sulla certificazione dei redditi dei rispettivi nuclei familiari nei Paesi di origine. Nella maggior parte dei casi venivano posti in essere dei falsi contratti di affitto, così che risultasse che i richiedenti stessero sostenendo delle spese elevate per il loro mantenimento. O ancora, il loro nome veniva aggiunto a regolari contratti di affitto. Dai controlli è emerso che in alcuni monolocali e abitazioni di pochi metri quadrati erano registrati più di dieci studenti, che invece si facevano ospitare da amici in altri luoghi.

I ringraziamenti del governatore Bonaccini

Il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini ha ringraziato la Guardia di finanza per i risultati dell’indagine. «L’operazione ha permesso di portare alla luce un vergognoso sistema fraudolento messo in piedi a danno degli studenti, dei cittadini e della comunità regionale. Grazie all’efficace e pluriennale collaborazione che portiamo avanti con la stessa guardia di finanza e, più in generale, con le Forze dell’Ordine e tutte le Istituzioni coinvolte, impegnate a fare rispettare norme e legalità, è stato smascherato chi pensa di poter frodare a danno della collettività», ha detto il governatore insieme all’assessora regionale all’Università, Paola Salomoni, «questa collaborazione che vede impegnati nel sistema di segnalazioni e controlli forze dell’ordine, Università, Er.go, Regione e Comune, ha dimostrato tutta la sua importanza ed efficacia, tanto più in una regione come la nostra, tra le più attrattive e con il saldo migratorio più alto».

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