Il carabiniere che «non riconosce Mattarella» chiede scusa: «È un mio simbolo». L’Arma però lo ha trasferito: che cosa rischia
«Il presidente della Repubblica è il mio simbolo. Mi sono ritrovato a dire una frase stupida e non pensata veramente, sono mortificato. Chiedo scusa, la mia priorità era togliere una signora anziana da problemi causati da eventuali cariche». A parlare è G.M., 54 anni, il Carabiniere maresciallo capo che che sabato scorso durante un sit in pro Palestina, rispondendo ad una anziana manifestante, aveva detto di non riconoscere il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Dovevamo caricare, avevo pensato di immedesimarmi in quella signora anziana di fronte a me per poi portarla dietro al cordone delle forze dell’ordine e metterla in protezione, visto che la situazione in piazza si stava scaldando», ha spiegato il militare. G.M. è stato trasferito immediatamente. Il comando generale dell’Arma ha informato l’autorità giudiziaria – sia ordinaria che militare – dell’episodio e ha fatto sapere che disporrà l’immediato cambio del militare a un incarico non operativo. Saranno inoltre adottati tempestivamente, fa sapere l’Arma, tutti i provvedimenti disciplinari necessari. Il video che ha inguaiato il carabiniere risale alla manifestazione pro Palestina che si è svolta il 27 gennaio in via Padova, a Milano. In un filmato girato da Local Team si vede Franca Caffa, volto storico della sinistra milanese, chiedere agli uomini delle forze dell’ordine in tenuta antisommossa: «Cosa ha detto il presidente Mattarella?». A rispondergli è uno dei militari, non inquadrati nel video, che dice: «Con tutto il rispetto, signora, non è il mio presidente. Io non l’ho votato, non l’ho scelto, non lo riconosco».
Indaga la procura
Dopo la segnalazione dell’Arma all’autorità giudiziaria, la procura di Milano aprirà un’indagine sul caso della risposta del militare. Della vicenda è stato informato il procuratore di Milano, Marcello Viola, che attende ora un’informativa dei carabinieri. La procura acquisirà anche il video realizzato da Local team per analizzarlo. Finite le procedure preliminari, sarà iscritto il fascicolo di indagine a carico del militare, che rischia l’accusa di «offesa all’onore o al prestigio del presidente della Repubblica».
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