«Tagliamo i fondi all’Oms per pagare i nostri medici»: la proposta della Lega che fa infuriare i sindacati
«Tagliamo i fondi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms)». È questa l’ultima idea della Lega che propone di bloccare il finanziamento all’Oms e di utilizzare diversamente i 100 milioni di euro che l’Italia investe ogni anno per far parte dell’organizzazione sanitaria mondiale. L’obiettivo è utilizzarli poi nel nostro Servizio sanitario nazionale. «Garantire l’efficienza del nostro Sistema Sanitario è una priorità del Governo, come dimostra lo stanziamento record per la Salute nell’ultima legge di Bilancio. Tuttavia si può fare ancora meglio usando risorse che – ad oggi – non vengono gestite appropriatamente, come ad esempio i circa 100 milioni che, tra contributi regionali, nazionali ed europei ogni anno l’Italia versa all’Oms», commenta il partito di Matteo Salvini. «Anziché finanziare un ente che non ha certamente aiutato il nostro Paese negli ultimi anni e che chiede più denaro e potere sulla salute degli italiani, perché non usare quella somma per assumere più medici e sostenere l’apertura di ospedali», aggiungono dal Carroccio.
L’ostilità
Ma, di fatto, si tratterebbe di un importo relativamente basso a rientrare nel nostro sistema nazionale italiano. Senza contare che non tutti i fondi provengono direttamente dal Ministero della Salute e che il nostro Paese fornisce contributi volontari inferiori rispetto ad altri Paesi come la Germania o la Francia. D’altronde non è una novità l’ostilità della Lega nei confronti dell’Oms. Il senatore Claudio Borghi ha criticato più volte l’Oms per la gestione della pandemia, a suo avviso dimostratasi inefficace e critica sul fronte dei vaccini. Intanto, la proposta del Carroccio sta già facendo discutere gli ambienti ospedalieri.
«La proposta della Lega? Ci vuole ben altro…»
Pierino Di Silverio, segretario del sindacato dei medici Annao, spiega a la Repubblica che dire di voler uscire dall’Oms equivale a dire: «Me ne vado dal contesto europeo, mondiale, mi isolo». E sottolinea come «le politiche sanitarie si facciano a livello continentale. Oggi o collabori o muori, i mercato sono globali, lo ha dimostrato anche il Covid». Quanto, invece, alla proposta nello specifico di reinvestire internamente i 100 milioni, è certo che non serva a nulla: «Non solo non serve al sistema, ma si dà anche un segnale offensivo alla categoria. Non è certo con un contentino economico, microscopico, che si salva aiuta il sistema di cure italiano. Ci vuole ben altro».
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