Sorpresa, la Russia vola: nel 2024 crescerà il triplo dei Paesi europei. Miracolo o illusione ottica? – I dati
A quasi due anni dall’inizio della guerra in Ucraina, la Russia è tutt’altro che sull’orlo del collasso che governi e analisti occidentali vaticinavano/auspicavano. Tanto dal punto di vista militare, dopo l’ormai noto fallimento della tentata controffensiva di Kiev, quanto da quello economico. Anzi, nell’anno che si è appena aperto l’autocrazia guidata da Vladimir Putin crescerà ben più dei Paesi europei e degli stessi Stati Uniti. A fotografare il «cambio di marcia» (previsto) dell’economia russa è il World Economic Outlook di inizio 2024 del Fondo monetario internazionale. Secondo gli economisti dell’istituto di Washington, il Pil russo non crescerà quest’anno dell’1,1%, come previsto appena pochi mesi fa, ma di più del doppio: del 2,6%. Un po’ meno del +3% che dovrebbe aver messo in cascina Mosca col rimbalzo del 2023, sempre secondo l’Fmi. Ma quasi il triplo di quanto crescerà la «povera» zona Euro (+0,9%, ancor meno di quanto previsto a ottobre – con l’Italia sotto la media col +0,7%). E più anche degli Usa di Joe Biden, che pure dovrebbe chiudere l’ultimo anno del suo mandato con un robusto +2,1%. Possibile? Come si spiega il «decollo»? E durerà?
Economia di guerra (finché dura)
Le proiezioni di crescita sono ancora «preliminari», ha precisato al Financial Times il capo economista dell’Fmi Pierre-Olivier Gourinchas, ma in effetti, ha proseguito «sembra proprio che l’economia russa stia andando meglio di quello che sia noi che tanti altri s’aspettavano». Secondo Gourinchas, le vele russe sarebbero spiegate soprattuto da due fattori: da un lato il forte intervento pubblico di stimolo nel quadro di quella che è ormai un’economia di guerra; dall’altro la tenuta costante dei prezzi delle materie prime sul cui export si fonda l’economia del Paese (carburanti fossili, ma anche metalli). Meglio non cullarsi troppo sugli allori però, mettono in guardia osservatori non solo esterni. Perché dietro le apparenze congiunturali potrebbe nascondersi un’economia strutturalmente più debole. «Se provi a guidare una macchina più veloce di quanto il suo design consenta, e pigi sull’acceleratore più forte che puoi, il motore preso o tardi si surriscalderà e non andrai lontano», aveva mandato a dire (al Cremlino) a dicembre la schietta governatrice della Banca centrale Elvira Nabiullina. E lo stesso capo economista dell’Fmi osserva oggi come nel lungo periodo la crescita dell’economia russa dovrebbe comunque rivelarsi minore di quanto fosse prima dell’inizio della guerra d’Ucraina. Scenario appeso comunque, come evidente, a molte, imprevedibili variabili.