In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
ATTUALITÀGiovaniInchiesteIncidenti stradaliLazioOmicidiOmicidi stradaliPatteggiamentiRomaTheBorderlineYouTube

Incidente di Casalpalocco, Gip accetta il patteggiamento: 4 anni e 4 mesi per Matteo Di Pietro

matteo-di-pietro
matteo-di-pietro
Il ventenne era alla guida del Suv che ha provocato la morte del bimbo di 5 anni

Il gip di Roma ha accettato la richiesta di patteggiamento a 4 anni e quattro mesi avanzata da Matteo Di Pietro, lo youtuber accusato di omicidio stradale e lesioni per la morte del piccolo Manuel. Pena lievemente superiore a quella richiesta dalla sua difesa. Il ventenne lo scorso 14 giugno era alla guida del Suv Lamborghini che aveva noleggiato con altri ragazzi del collettivo, quando a Casal Palocco travolse una Smart dove a bordo c’erano, oltre al bambino di cinque anni, la madre e la sorellina di quest’ultimo. Il veicolo viaggiava a 120 chilometri orari, in un tratto dove il limite era di 50. Ai domiciliari dallo scorso giugno, Di Pietro aveva dichiarato davanti al gip prima della convalida del fermo: «La mia vita è rovinata, vorrei tornare indietro ma non è possibile».

«La condanna non restituirà la vita a Manuel»

La procura, al termine delle indagini preliminari, aveva contestato a Di Pietro negligenza, imprudenza, imperizia, nonché inosservanza delle norme sulla circolazione stradale. Oggi il giovane era presente in aula, dove ha ribadito il suo dolore per l’accaduto e ha chiesto scusa. Avrebbe inoltre riconosciuto nuovamente la sua responsabilità, esprimendo il suo desiderio di impegnarsi in futuro in progetti che riguardano la sicurezza stradale.

«Non andrà in carcere»

Matteo Melandri, avvocato della madre del piccolo Manuel, ha commentato: «Eravamo preparati, non è stata una sorpresa. Resta la tragedia per una famiglia, per una madre. Oggi abbiamo una condanna che rispettiamo ma non potrà restituire la vita di bimbo di 5 anni». Antonella Benveduti, legale del ventenne, ha invece dichiarato che «non andrà in carcere. Credo che questa sia una condanna in linea con quelle che sono le finalità del nostro ordinamento, di rieducazione, risocializzazione proprie della sanzione penale».

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti