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Violenza domestica, i bambini e i giovani che denunciano per le madri: «Sono vittime due volte, ma più coraggiosi degli adulti»

02 Febbraio 2024 - 09:03 Redazione
Un trend in continuo aumento

Sono sempre di più i bambini e gli adolescenti che denunciano casi di violenza domestica. La Procuratrice del Tribunale dei minori di Torino, Emma Avezzù, riferisce che solo nel suo distretto ci sono almeno un centinaio di casi all’anno in cui il Tribunale interviene in seguito a segnalazioni di giovanissimi. Il più delle volte arrivano dalla scuola, spesso grazie a confidenze rivolte a compagni di classe e insegnanti. Non ci sono dati consolidati sul fenomeno, ma gli ambienti che si trovano a gestire questi casi parlano di un trend in aumento. Maria Carla Gatto, presidente del Tribunale dei Minori di Milano, spiega a La Stampa come questi bambini siano «vittime due volte»: subiscono un ambiente domestico dannoso e non hanno alcuna protezione in casa da nessuna delle due figure genitoriali. Le madri che subiscono violenza domestica, in molti casi, non riescono a chiedere aiuto nemmeno dopo le denunce dei figli, finendo per vivere con i loro aguzzini mentre i giovani vengono allontanati e affidati a comunità protette.

«I giovani denunciano di più»

Il dato positivo che entrambe le procuratrici rilevano è il cambio generazionale: i ragazzi, a loro avviso, sembrano essere più consapevoli e in grado di denunciare rispetto agli adulti. Sono tanti i casi di questo calibro. Il più recente a Torino evidenzia una tragica realtà di violenza domestica, dove un uomo è stato condannato a cinque anni e mezzo di carcere per abusi e maltrattamenti ai danni della moglie, costretta persino a dormire nella cuccia del cane. Il coraggio di uno dei loro figli, di soli 11 anni al momento della denuncia, ha dato il via alle indagini e al processo. Simile il caso di una 16enne di Milano che a luglio ha denunciato in prima persona come lei, la sorella maggiore e la madre subissero botte, minacce e insulti dal padre costantemente ubriaco. La madre, per timore di ritorsioni, ha sempre negato di fronte ai carabinieri, mentre la figlia è stata allontanata e portata in una struttura protetta.

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