Usa, colpiti in Siria e Iraq 85 obiettivi: impiegati anche i bombardieri supersonici – Il video
Sono 85 gli obiettivi colpiti ieri sera dagli Stati Unti in tre strutture in Iraq e quattro in Siria, legate alle Forze Quds dei Pasdaran e alle milizie filo-iraniane. Nel raid, in risposta all’uccisione di tre soldati Usa in Giordania, sono stati impiegati anche i bombardieri supersonici B-1, decollati dalle loro basi negli Usa. Lo ha reso noto il Central Command, sottolineando inoltre come nell’attacco siano state utilizzate oltre 125 bombe e missili di precisione. Le strutture colpite includevano centri di comando e controllo, centrali di intelligence, razzi e missili, depositi di veicoli aerei senza pilota e strutture logistiche e della catena di approvvigionamento di munizioni di gruppi di milizie. «Non tollereremo altri attacchi», è il messaggio del segretario alla Difesa Austin, mentre il presidente Usa, Joe Biden, ha fatto capire che l’operazione durerà giorni. «La nostra risposta continuerà nei tempi e nei modi che decideremo», ha dichiarato il commander-in-chief poco dopo aver accolto alla Dover Air Force Base, in Delaware, le salme dei tre militari Usa rimasti uccisi in Giordania: William Jerome Rivers di 46 anni, Kennedy Ladon Sanders di 24 e Breonna Alexsondria Moffett di 23.
Prima degli attacchi
Gli Stati Uniti hanno avvertito l’Iraq prima dei raid contro i gruppi affiliati all’Iran sul suo territorio. Lo ha reso noto la Casa Bianca dopo che il governo iracheno aveva protestano, bollando gli attacchi come «una violazione della sovranità dell’Iraq». Nessun raid è avvenuto in Iran, Washington non vuole la guerra con Teheran. Gli Usa, ha fatto sapere Biden, «Non vogliono il conflitto in Medio Oriente o in qualsiasi altra parte del mondo. Ma – ha avvertito il presidente degli Stati Uniti – tutti coloro che vogliono farci del male sappiano questo: se fate del male a un americano, reagiremo».
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