Il leader degli Houthi minaccia l’Italia: «Diventerà un bersaglio se partecipa all’aggressione allo Yemen»
Mohamed Ali al-Houti è uno dei leader del movimento Ansar Allah, ovvero i Partigiani di Dio. Oggi è membro del Comitato politico supremo della parte di paese controllata dal movimento shiita. E in un’intervista a Repubblica minaccia l’Italia che sta per prendere parte alla missione Ue Aspides nel Mar Rosso per proteggere le navi commerciali dai loro attacchi. Il leader dice che gli attacchi degli angloamericani «sono aggressioni illegali e di un terrorismo deliberato e ingiustificato. Gli aerei d’aggressione americano-britannici hanno lanciato 48 attacchi aerei contro lo Yemen, colpendo Sanaa e Hodeida insieme ad altri obiettivi. In precedenza, hanno preso di mira le nostre pattuglie nel Mar Rosso, causando il martirio delle forze navali. Questi bombardamenti non influenzeranno le nostre capacità. Anzi ci rafforzano».
Blocco del Mar Rosso?
Mohamed Ali al-Houti nega che ci sia un blocco nel Mar Rosso: «Prendiamo di mira solo le navi associate a Israele, che si dirigono verso porti occupati, di proprietà di israeliani, o entrano nel porto di Eilat. Qualsiasi nave non legata a Israele non subirà danni. Non abbiamo intenzione di chiudere lo stretto di Bab el Mandeb o il Mar Rosso. Se volessimo farlo, ci sarebbero altre misure più semplici rispetto all’invio di missili». E dice di non temere la guerra di terra, che «è ciò che desidera il popolo yemenita, poiché si troverà finalmente di fronte a coloro che sono responsabili delle sue sofferenze da oltre nove anni. Se gli Stati Uniti inviano truppe nello Yemen, dovranno affrontare sfide più difficili di quelle in Afghanistan e Vietnam. Il nostro popolo è resiliente, pronto e ha varie opzioni per sconfiggere strategicamente gli americani nella regione».
I rapporti con Iran e Cina
Sui rapporti con Iran e Cina dice che «il nostro leader stimato (Abdul-Malik Al-Houthi, ndr ), ha affermato che “i raid americani e britannici sono fallimentari e non hanno alcun impatto; non limiteranno le nostre capacità militari.” E che “il tentativo dell’America di cercare l’assistenza della Cina per mediare e convincerci a interrompere le nostre operazioni è un segno del suo fallimento”». E sulla missione Ue «consigliamo agli europei di aumentare la pressione sui responsabili degli orrori a Gaza. Le nostre operazioni mirano a fermare l’aggressione e a sollevare l’assedio. Qualsiasi altra giustificazione per l’escalation da parte degli europei è inaccettabile». Mentre l’Italia «diventerà un bersaglio se parteciperà all’aggressione contro lo Yemen. Il suo coinvolgimento sarà considerato un’escalation e una militarizzazione del mare, e non sarà efficace. Il passaggio delle navi italiane e di altri durante le operazioni yemenite a sostegno di Gaza è una prova che l’obiettivo è noto».
Il consiglio
Il leader dà anche un consiglio a Roma: «Il nostro consiglio all’Italia è di esercitare pressione su Israele per fermare i massacri quotidiani a Gaza. Questo è ciò che porterà alla pace. Consigliamo all’Italia di rimanere neutrale, che è il minimo che può fare. Non c’è giustificazione per qualsiasi avventura al di fuori dei suoi confini».
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