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Liti epocali, scandali e (finti?) suicidi, i cinque fuori programma che hanno fatto la storia di Sanremo. Fino a stasera…

06 Febbraio 2024 - 10:30 Gabriele Fazio
Pippo Baudo durante la prima serata di “Sanremo Giovani”, Sanremo, 20 dicembre 2018. ANSA/RICCARDO DALLE LUCHE

Sanremo 1992: Pippo Baudo e Cavallo Pazzo.

Il 1992 è uno dei Festival della Canzone Italiana più ricchi di sempre. Vincerà Luca Barbarossa con quel capolavoro assoluto di Portami a ballare, completando un podio composto da Mia Martini con Gli uomini non cambiano e Paolo Vallesi con La forza della vita. Tra i giovani invece trionfano Aleandro Baldi e Francesca Alotta con l’indimenticabile Non amarmi, senza dimenticare quella perla generazionale di Brutta di Alessandro Canino. Ma il Festival passerà alla storia anche perché si apre con un’incursione di Cavallo Pazzo, ovvero l’attivista Mario Appignani, uno specialista degli interventi a gamba tesa. In realtà Baudo sapeva che l’uomo avrebbe provato ad irrompere nello show, perché Appignani si era anche preso la premura di avvisare prima, così Baudo aveva messo in allerta le autorità. Ma Cavallo Pazzo passò alla storia proprio per imprese di questo tipo, così riuscì a calcare le assi del Teatro Ariston pochi secondi dopo l’ingresso di Baudo all’urlo di «Questo Festival è truccato! Lo vincerà Fausto Leali!>>, prima che gli autori lo prelevino per riportarlo lontano dalle camere. Il Festival Fausto Leali, in gara con l’anonima Perché, non rischierà nemmeno di vincerlo, chiuderà nono.