In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
CULTURA & SPETTACOLOFestival di SanremoMarco MengoniMusicaRaiTvVideo

Mengoni, la confessione sull’ansia: «Come ho imparato a gestire la mia fragilità con la terapia» – Il video

06 Febbraio 2024 - 14:45 Antonio Di Noto
Il vincitore della scorsa edizione di Sanremo, quest'anno coconduttore racconta il suo percorso di crescita e gestione delle emozioni

Vuole calcare il palco dell’Ariston in punta di piedi Marco Mengoni. Il vincitore della scorsa edizione e coconduttore di quella che si apre stasera afferma di non essersi mai veramente staccato da Sanremo. «Come se mi fossi addormentato un secondo e sono ancora qua», spiega il cantante visibilmente emozionato dicendo di essersi sentito accolto: «Quello che ho proposto e volevo proporre è stato accettato. Ma facendo un altro mestiere, entro in punta di piedi, cercando di portare me stesso, con onestà». Mentre la fronte inizia a luccicare Mengoni non si fa problemi ad ammetterlo: «Sto sudando, ma faccio finta di essere impassibile: so fingere bene. Ho provato tutte le voci possibili e immaginabili per non apparire emozionato. Ho studiato molto e ho preso delle cose dai vecchi festival». Un mix di emozioni forti, difficili da gestire soprattutto per una persona fragile, come Mengoni stesso si definisce.

Gestire la fragilità senza fuggire

La fragilità, però, non va annullata, dice Mengoni lanciando un messaggio a coloro che lo ascoltano e magari se sentono vulnerabili tanto quanto lui. «Non dobbiamo fuggire dalla fragilità. Dobbiamo imparare a gestirla. Da anni faccio psicoterapia una volta a settimana ed è un gioco bellissimo. Sono libero di imparare come giocare con i miei pensieri, come gestirli», racconta il cantante di Ronciglione. In passato, aggiunge, «ho combattuto battaglie con me stesso. Ho avuto difficoltà a gestire le pressioni che questo mestiere comporta, anche se mi ritengo fortunatissimo a poterlo fare». Un discorso intimo fatto con consapevolezza di fronte alla sala in cui i giornalisti lo ascoltano: «Ovviamente il lavoro lo fai tu, non la terapeuta. La maggior parte del lavoro lo fai quando esci da lì, quando il tuo cervello mette in riga i pensieri. Sta poi a te provare a nuotare e a cambiare fino ad allenare la propria emotività a reggere la pressione».

Leggi anche:

Articoli di CULTURA & SPETTACOLO più letti