Geolier, quando il rap è raffinato: «Sul palco? Avevo paura di deludere Napoli» – Video
Il nome d’arte Geolier suona proprio bene. In francese vuol dire secondino e lui, Emanuele Palumbo, uno dei più talentuosi giovani artisti della sua generazione, lo ha scelto perché è così che vengono chiamati gli abitanti del suo quartiere a Napoli, Secondigliano. La distanza tra Secondigliano e lo stadio Diego Armando Maradona è di circa 12 km, uno sputo di tragitto che per molti diventa incolmabile, a vita; Geolier invece il prossimo 22 giugno lo occuperà da padrone di casa e, visto che a quanto pare quella casa non è abbastanza grande per contenere tutti i suoi ospiti in una volta sola, ha deciso di aprire le porte anche il 23; e siccome la richiesta era ancora alta ci sarà una terza data, destinata inevitabilmente al sold out. Tutto questo senza la spinta di Sanremo, anzi, sbarcando all’Ariston da debuttante, sconosciuto a molti abbonati Rai, al largo pubblico generalista, che ha trovato il tempo di fare le pulci alla grammatica del testo di I p’ me, tu p’ te, il brano che ha scelto di cantare a Sanremo. Capita quando ci si confronta con la musica proposta attraverso il mezzo televisivo, si perde la goduria del suono, che è ciò che rende Geolier musicista di altro livello, anche rispetto ai big della scena italiana, che infatti lo hanno totalmente adottato.
Gli altri successi
Una cosa che è sembrata immediatamente palese già al primo album, Emanuele, che brilla di una raffinatezza innata, poi un giro infinito di featuring e, nel 2023, Il coraggio dei bambini che altro non fa che rappresentare la conferma che si tratta di un artista vero, che si è sempre rifiutato di cavalcare una street credibility plastificata, la narrazione in musica della vita di strada, che tanto diverte i cugini milanesi, che incanta inspiegabilmente il giovanissimo pubblico del genere. Anche perché, ci ha tenuto sempre a specificarlo, pur vivendo a stretto contatto con situazioni complesse, Geolier proviene da una famiglia di onesti e normalissimi lavoratori, che niente ha mai avuto a che fare con alcuna forma di malavita. Ed è questa la Napoli che Geolier ci tiene di più a raccontare, quella autentica, agrodolce, difficile e meravigliosa, quella dalla quale, come dice ai microfoni di Open, lui non vuole mollare per nessuna ragione al mondo, che sente la responsabilità di rappresentare. Geolier ha già vinto il Festival di Sanremo, il giorno dopo il debutto infatti il suo risulta il pezzo più ascoltato dal pubblico che, al netto di balletti e ammiccamenti televisivi, poi riconosce istintivamente chi è interessato alla musica e chi attraverso la musica vuole arrivare altrove. Ma difficilmente ad un tour negli stadi strappando ovunque sold out.
Leggi anche:
- Sanremo 2024, la madre di Giovanbattista Cutolo fa commuovere l’orchestra: «Giogiò, stasera vivi attraverso la musica» – Il video
- Sanremo 2024, dalla sorpresa La Sad a che noia Annalisa: le pagelle della prima serata del festival
- Sanremo 2024, dal favoloso Mengoni al «cessate il fuoco» di Dargen: cosa è successo nella prima serata del Festival