La bocciatura, i problemi psichici, la premeditazione: perché lo studente dell’Enaip ha accoltellato la prof di Varese
Sara Campiglio, l’insegnante del centro di formazione professionale Enaip di Varese accoltellata da uno studente 17enne, è stata aggredita per vendetta. Per questo secondo i familiari della professoressa il ragazzo «voleva uccidere». All’origine di tutto una bocciatura. Nei confronti della quale la famiglia del ragazzo aveva anche fatto ricorso. Dando vita a una sua revisione e concedendogli la possibilità di concludere il triennio di formazione. Per questo adesso la posizione del 17enne si aggrava. La procura dei minori gli contesta i futili motivi, ma anche la premeditazione. Perché il ragazzo si sarebbe informato per avere la certezza che lunedì 5 febbraio la professoressa fosse a scuola.
L’ossessione
Il 17enne ha problemi psichici certificati. Nonostante il ricorso vinto, aveva astio nei confronti dell’insegnante. Per questo l’ha colpita con tre coltellate alla schiena danneggiandole anche un polmone. Ma anche se c’erano stati disaccordi, la professoressa non si sentiva in pericolo: «Non ho ricevuto minacce da lui in passato. Non credevo assolutamente di essere in pericolo, altrimenti avrei preso provvedimenti», ha confidato lei ai familiari secondo quanto riporta oggi il Quotidiano Nazionale. La procura indaga per tentato omicidio aggravato dalla premeditazione, dai futili motivi e dall’aver agito contro un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni. Il quadro probatorio per ora porta a escludere complicità di altri ragazzi.
La perquisizione
La perquisizione ha portato al sequestro dello smartphone e di altri dispositivi, che serviranno a verificare i contatti del ragazzo. Il quale oggi comparirà davanti al giudice e nell’occasione potrebbe decidere di parlare: finora è stato in silenzio da quando è stato arrestato. Si trova in un centro di prima accoglienza a Milano. La Stampa spiega che al ragazzo sono stati diagnosticati qualche tempo fa alcuni disturbi dell’apprendimento. Mentre nella nota diffusa dalla scuola si parla di «diagnosi funzionale». Sostenendo che il ragazzo sia stato sempre seguito con competenza e professionalità per migliorare le sue competenze psico-attitudinali. Intanto la famiglia ha chiesto scusa alla prof: «Siamo distrutti. Non abbiamo avuto alcuna avvisaglia e vogliamo capire anche noi che cosa è successo. Abbiamo sempre cercato di seguirlo nel migliore dei modi….».