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Emanuela Orlandi, la foto della collanina indossata dalla 15enne scomparsa: «C’ero quando l’hanno rapita»

09 Febbraio 2024 - 18:00 Redazione
Un uomo avrebbe contattato Pietro Orlandi sostenendo di avere informazioni sulla sorella

In una delle ultime foto ritraenti Emanuela Orlandi, la 15enne scomparsa negli anni Ottanta a Roma è girata, sembra guardare qualcosa (o qualcuno) alla sua destra, i lunghi capelli neri che le incorniciano il volto. C’è un dettaglio che spicca, in quella foto: la collanina nera che le incornicia il collo, un modello che andava per la maggiore in quegli anni, indossato da gran parte delle sue coetanee. Proprio quella collanina adesso potrebbe svelare qualcosa di nuovo sul mistero mai risolto della sua sparizione. Pietro Orlandi, suo fratello, ha infatti ricevuto una foto che ritrae una mano mentre stringe proprio quella che sembra essere la stessa collanina. Lo scatto sarebbe arrivato da un uomo che afferma di aver avuto contatti con sua sorella, e che potrebbe essere coinvolto con gruppi estremisti di destra degli anni ’70 e ’80.

Un piano più ampio

L’uomo in questione sostiene di essere coinvolto nel rapimento di Emanuela all’epoca, quando era solo un ragazzino. E avrebbe anche raccontato che le piste finora percorse sarebbero fuorvianti: il presunto rapimento sarebbe infatti stato solo la parte di un piano più ampio. Secondo quanto ha reso noto Pietro Orlandi nel corso di una recente intervista televisiva, l’uomo della foto avrebbe avuto contatti con il gruppo terroristico di estrema destra dei Nar, ma anche con la Banda della Magliana e con il cardinale Ugo Poletti. Porporato a sua volta accusato di essere vicino agli ambienti criminali.

La ricostruzione

Le tracce di Emanuela si sono perse nel giugno 1983, lungo il breve tragitto che separava la sua casa all’interno delle mura vaticane dalla scuola di musica nella Basilica di Sant’Apollinare. Il testimone misterioso sostiene che la giovane sia stata sequestrata, ma che il caso era ben diverso da quelli – presunti – di altre giovani rapite. Emanuela non sarebbe infatti stata destinata a oscuri festini. A Pietro Orlandi avrebbe spiegato: «Mi hanno chiamato come al solito per andare all’appuntamento per prendere una ragazzina come negli altri mesi e consegnarla a delle persone. Questa volta era il 22 giugno, c’era anche stavolta una ragazzina, ma a differenza delle altre volte, è stata portata altrove. Io e un altro siamo stati mandati a fare una telefonata alla sala stampa vaticana, cercavamo Casaroli, ma non c’era. Secondo indicazioni, abbiamo riferito che avevamo Emanuela Orlandi. Poi sono stato richiamato a luglio per andare a Londra, ma quello che è accaduto nel frattempo non lo so. Posso immaginare alcune cose, ma ti racconto solo ciò che so perché c’ero». Dichiarazioni che forse segnano un punto di svolta per un mistero che dura da più di 40 anni.

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