Nausicaa Dall’Orto: «Così il football americano mi ha insegnato a essere una donna forte»
Nausicaa Dall’Orto, 30 anni, è una giocatrice di football americano italiana. Oggi racconta a Repubblica che per diventarlo ha dovuto combattere con pregiudizi e stereotipi: «Il football americano in Italia non era uno sport da ragazze. Il presidente della squadra maschile non voleva allenarci. E mio padre, nato nel 1936, diventò violento. Non capiva. Non era pronto all’idea di una donna in armatura. Mi picchiava, mi insultava, buttava via caschi e paraspalle per impedirmi di giocare». Oggi gioca nella nazionale italiana femminile di football. Ma tutto è cominciato con uno stage negli Stati Uniti in un’azienda di meccanica di precisione: «A me interessavano le persone, non l’acciaio. L’ho capito subito e ho seguito la mia strada».
Il dogma
Ma lei ha sempre combattuto «il dogma secondo cui una brava bambina deve dire sempre sì, stare in disparte, essere accomodante e non dare fastidio». Mentre per lei «una donna dev’essere fisicamente forte, ma non per difendersi da violenze e aggressioni. A quello devono pensare la comunità, le leggi, lo Stato. Deve essere capace di portarsi da sola la valigia. Deve potere fare un trasloco, per prendere e andarsene via lontana, se serve». Oggi vive con un uomo e lavora nel marketing di una multinazionale. E conclude: «Se sei alta un metro e quaranta, puoi sgattaiolare fra le linee avversarie. Se sei molto alta, un vantaggio per lanciare. Se pesi centotrenta chilogrammi puoi proteggere la tua quarterback. Ecco, la bellezza del nostro sport che non esiste un fisico sbagliato. Nel football, ogni ragazza è perfetta così com’è. Giocandoci, capisci e arrivi a capire che, se credi in te stessa, funziona così anche la vita».
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