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L’addio (mica tanto) di Stefano Bandecchi: «Mi candido per le Europee prenderò il 4 per cento. È chiaro che diventerò premier»

09 Febbraio 2024 - 17:07 Redazione
«Se ogni cinque anni dobbiamo avere un duce allora voglio essere io», ha dichiarato in un'intervista a Radio Roma Sound fm90

«Mi candiderò alle europee come capolista in tutte le circoscrizioni, io conto di arrivare al 4%». parola di Stefano Bandecchi, leader di Alternativa popolare e sindaco dimissionario di Terni. Lo ha fatto nella trasmissione Gli inascoltabili in onda su Radio Roma Sound fm90. «È chiaro che diventerò presidente del Consiglio, tanto è chiaro che le cose che posso fare per la nazione nessun altro è in grado di farle. Porterò Alternativa popolare ad essere uno dei partiti più importanti in tre anni e otto mesi, farà la differenza perché molti elettori di Fratelli d’Italia, Forza Italia e del Pd sanno che devono votare per l’unico uomo che può risolvere il problema. Se ogni cinque anni dobbiamo avere un duce allora voglio essere io», ha aggiunto Bandecchi.

Bandecchi: «Come diceva D’annunzio: non mi posso preoccupare di ciò che non capite»

«C’è un capo di gabinetto che ha ricevuto le mie dimissioni e credo le abbia protocollate, le manderà in prefettura e da lì partiranno le mie dimissioni che diverranno effettive il 28 di febbraio», ha dichiarato. «Le mie dimissioni – ha detto Bandecchi – sono dovute non alle indagini della magistratura che non ho mai stimato, tanto la non stima è reciproca, non è dovuta alle indagini della guardia di finanza, sono indagato continuamente. Non fanno parte nemmeno del fatto che io abbia espresso un concetto semplice: un uomo normale non ammazza la propria donna se lei non ha piacere di stare con lui, ma al limite se ne va a cercare un’altra ma mi sembra che gran parte del popolo italiano non abbia capito. Come diceva D’annunzio: non mi posso preoccupare di ciò che non capite. Io non volevo dimettermi da sindaco, però ho fatto delle promesse al popolo ternano ed io non sono arrabbiato con loro, ma devo garantirgli quello che gli ho promesso perché la cosa più brutta che può fare un politico è non mantenere ciò che ha promesso. Io con questo spirito ho offerto il mio lavoro. Vado nelle case dei cittadini, mi preoccupo di quello che non funziona, senno non devi fare il sindaco». «Io non mi sono dimesso da segretario di Alternativa popolare – ha aggiunto – né dal fare politica, voglio far politica per conto mio perché non stimo nessuno, penso che molti politici italiani andrebbero esiliati, dovrebbero vergognarsi. Alternativa popolare ha cominciato il nuovo percorso che è stato portato avanti da me come segretario del partito, ho un’idea nobile della politica, credo che non si possa entrare per sentirsi migliori degli altri ma per servire gli altri. Come diceva De Gasperi ‘la peggiore truffa di un politico è promettere ciò che non sa fare’».

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