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Il vitalizio, la dichiarazione dei redditi, l’Irpef non pagata: cosa c’è nell’indagine su John Elkann per violazioni fiscali

john elkann indagine violazioni fiscali margherita agnelli
john elkann indagine violazioni fiscali margherita agnelli
I 700 mila euro a Marella non compaiono. La posta in gioco della guerra di Margherita ai figli

John Elkann è indagato dalla procura di Torino sull’ipotesi di reato di violazioni fiscali. Insieme con lui ci sono il commercialista torinese Gianluca Ferrero (attuale presidente della Juventus) e Robert Von Groueningen, amministratore dell’eredità di Marella Agnelli per incarico dell’autorità giudiziaria svizzera. A presentare l’esposto è stata Margherita Agnelli, figlia dell’avvocato e madre di Elkann. La Guardia di Finanza ha proceduto all’acquisizione di documenti tra Torino e la Svizzera. Il reato ipotizzato è dichiarazione dei redditi infedele. L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio e dai pubblici ministeri Mario Bendoni e Giulia Marchetti. Al centro di tutto c’è il testamento di Gianni Agnelli.

Il testamento

Secondo l’esposto si sono verificate anomalie negli accordi sull’asse ereditario. E sulla gestione dell’asse ereditario nel patrimonio dell’Avvocato e in quello della moglie Marella Caracciollo. Margherita si sarebbe impegnata a versare 700 mila euro alla madre a titolo di rendita vitalizia, secondo scadenze determinato. Lo ha onorato fino al 23 febbraio 2019. Ma il denaro non compare nelle dichiarazioni dei redditi di Marella per gli anni 2018 e 2019. Per 8 milioni di euro che mancano nel primo anno e 244 mila euro nel secondo. E quindi, non essendo presenti, non è stata pagata all’erario Irpef. Il Corriere della Sera specifica che la cifra ipotizzata è di 3,5 milioni di euro. Per questo Elkann, Ferrero e Von Groueningen. Gli ultimi due sono chiamati in causa come esecutori del testamento. Elkann avrebbe contribuito ad agevolare la condotta di Ferrero.

La guerra degli Agnelli

La vicenda va a innestarsi all’interno della causa civile che Margherita ha promosso contro i suoi tre figli. Gli accordi che Margherita contesta sono esattamente quelli che hanno portato Elkann a capo di Exxor, la cassaforte del gruppo. Quattro le cause intentate: una a Ginevra, una a Thun, una a Torino e una a Milano per le opere d’arte. Secondo la tesi dell’esposto la nonna degli Elkann incassava il vitalizio tramite una fiduciaria. Invece Margherita combatte da 15 anni contro i suoi tre figli (ne ha avuti altri cinque con Serge de Pahlen). Marella è morta nel 2019 indicando come eredi John, Lapo e Ginevra Elkann. Margherita sostiene di essere stata esclusa ingiustamente dalla successione insieme agli altri figli (avuti con il secondo marito, Serge De Pahlen) e ha impugnato i testamenti.

La posta in gioco

La posta in gioco è alta in termini di patrimonio e di potere. Margherita mette in discussione l’assetto della società Dicembre, che si trova al vertice del gruppo Exxor. Il quale controlla a cascata Stellantis, Ferrari, Juventus, Cnh e altre aziende. Gli Elkann, attraverso i loro avvocati, hanno ribadito più volte che nel 2004 «due fondamentali accordi» erano stati «negoziati e liberamente sottoscritti proprio da colei che ora come nel 2007 vuole cancellarli dal mondo del diritto».

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