Terremoto all’università di Torino, un docente finisce ai domiciliari per falso. Sotto indagine anche per molestie su alcune studentesse
Giancarlo Di Vella, docente universitario dell’ateneo di Torino e direttore della scuola di specialità di medicina legale è finito agli arresti domiciliari. Con lui è indagato anche un altro professore universitario, dirigente medico in servizio presso la Città della Salute. Di Vella avrebbe cercato di nascondere il mancato raggiungimento dei requisiti e degli standard previsti a livello ministeriale per ottenere l’accreditamento accademico della Scuola e nell’aver attestato falsamente attività didattiche formative ed assistenziali mai eseguite. Tre specializzandi sono stati espulsi dal docente dopo delle rimostranze fatte per il metodo usato. Ma c’è di più, nell’indagine seguita dai carabinieri del Nas e dalla procura di Torino. Secondo quanto riporta Ansa su Di Vella ci sono anche ipotesi di molestie a danni di alcune specializzande. Repubblica invece parla di violenze sessuali, con accuse più pesanti da parte di un gruppo di sei studentesse che denuncia di aver subito complimenti e frasi inopportune (come «che bella biancheria indossi oggi» oppure «che fortunato il tuo fidanzato»), battute a sfondo sessuale, palpeggiamenti, massaggi alle spalle, e perfino sfioramenti.
Il me too di Torino
Ma è tutto il mondo universitario torinese a essere in subbuglio. Tutto è partito dai questionari proposti dal collettivo Studenti Indipendenti e dal movimento transfemminista “Non Una di Meno” all’ateneo di Torino. In tanti denunciano molestie subite. Per i casi emersi un docente è stato sospeso per un mese. La causa? Una chat con foto e video sconvenienti inviati alle studentesse. L’uomo lavora al Dipartimento di Filosofia e il provvedimento, che comporta anche la sospensione dello stipendio, è stato preso dopo alcune segnalazioni. Giovanna Iannantuoni, presidente della Crui è stata netta sul fenomeno: «Quello che è stato denunciato è semplicemente inaccettabile per la sua gravità. Le università sono un luogo nel quale gli studenti devono sentirsi protetti. Il mio impegno è che episodi del genere non possano accadere mai più e utilizzerò tutti gli strumenti per far sì che questo si realizzi. Su fatti del genere deve esserci tolleranza zero». Il rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna, aggiunge che «la violenza sulle donne è una piaga di eccezionale gravità e dobbiamo continuare a combattere con fermezza e senza alcun cedimento su tutti i fronti». Garantisce la «massima attenzione» ai casi che possono verificarsi, alle segnalazioni e la necessaria intransigenza. Nell’ateneo, al campus Luigi Einaudi, è attivo da tempo uno sportello antiviolenza e in un anno sono state 138 le donne che hanno contattato le operatrici, anche se non tutti gli episodi segnalati sono avvenuti dentro l’Università.
(foto di repertorio ANSA/ALESSANDRO DI MARCO)