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Elly Schlein: «Chiamerò Meloni per Gaza, si attivi per la pace e noi ci saremo»

11 Febbraio 2024 - 07:33 Redazione
Il colloquio al Corriere della Sera. Sul premierato chiude ogni ipotesi di dialogo e per ora non è chiaro se si candiderà alle elezioni europee

La segretaria del Pd Elly Schlein racconta oggi al Corriere della Sera che sentirà la premier Giorgia Meloni in merito alla situazione a Gaza. «Quello che sta accadendo non è accettabile. È una violazione costante del diritto internazionale e del diritto umanitario a cui non possiamo assistere in silenzio. Chiamerò Meloni per sollecitarla: se il governo mette in campo un’iniziativa per la pace in Medio Oriente, noi ci siamo. Io ricordo sempre, e lo faccio anche stavolta, che la popolazione di Gaza è composta per quasi la metà da minori senza colpe. E quella che è in corso è un’inaccettabile punizione collettiva», spiega Schlein. Glissa sull’eventualità che si candidi o meno alle Europee: «Non ci sono novità, stiamo lavorando alla costruzione del progetto e delle liste». E sulla protesta dei trattori spiega: «Il governo non ha mai affrontato la vera questione, quella del giusto prezzo. Io il 16 li vedrò per ascoltarli e proporre soluzioni».

Niente premierato: è pericoloso

Sul premierato chiude ogni ipotesi di dialogo. «Già, la premier prende in giro gli italiani -spiega Schlein – dicendo “decidete voi”, ma in realtà dietro c’è un colossale “decido io per voi” che potrete al massimo acclamare un capo ogni cinque anni recandovi alle urne. Ma la democrazia è un’altra cosa: se vogliamo davvero dare più poteri ai cittadini la strada non è quella di questa riforma che indebolisce sia il Parlamento che il presidente della Repubblica ma è una riforma della legge elettorale che possa restituire ai cittadini il diritto di scegliersi i propri rappresentanti. Però Meloni, che guida un partito personale, si tiene molto ben strette le liste elettorali bloccate. Insomma, noi, per dirla chiaramente, finché c’è l’elezione diretta che sballa l’equilibrio tra poteri faremo l’opposizione più dura a questa riforma pericolosa».

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