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Napoli, anche il padre di Giogiò contro l’onorificenza a Geolier: «È uno dei miti dell’assassino di mio figlio e non mi sorprende»

12 Febbraio 2024 - 21:08 Redazione
Dopo lo sfogo di Daniela di Maggio, anche Franco Cutolo si è scagliato contro la decisione del sindaco Manfredi: «Basta con questo campanilismo becero»

Dopo lo sfogo della madre di Giovanbattista Cutolo, il giovane ucciso a Napoli dopo una lite ad agosto scorso, scende in campo anche il padre. Il regista teatrale Franco Cutolo ha infatti criticato la scelta del Comune campano di conferire l’onorificenza soltanto a Geolier, il rapper di Secondigliano arrivato secondo al Festival di Sanremo. «Fuitevenne», scrive su Facebook il papà di Giogiò, citando l’esportazione di Eduardo De Filippo. Tra i post pubblicati dal regista spunta anche un frame del videoclip di Narcos dove il rapper tiene tra le braccia un mitra dorato. Anche la madre di Cutolo, in un’intervista al Corriere della Sera, aveva citato la stessa immagine, criticando la decisione del sindaco Manfredi di assegnare il premio «soltanto a chi tiene in mano un kalashnikov d’oro». Per Franco Cutolo, Geolier è «un ragazzo fortunato perché si è trovato spinto da un ingranaggio mediatico e pubblicitario che, a prescindere dal Festival di Sanremo, gli ha fatto intercettare il mood dei ragazzi. Ma ciò non giustifica la sua impresentabilità, la sua mancanza di cultura e di preparazione», spiega il regista all’Agi.

«Lo dico da artista che ha sempre rappresentato nel proprio teatro le minoranze – continua -, che ha dato spazio alla cultura popolare e alle culture subalterne ma qui, però, troviamo solo la cultura
dell’efferatezza». E poi ancora: «Ho saputo che Geolier è uno dei miti dell’assassino di mio figlio e non mi sorprende», dice Cutolo, nonostante il rapper di Secondigliano sia andato al funerale di Giogiò. «È retorica – sottolinea all’agenzia di stampa – quel che conta è ciò che lui rappresenta: nel look, nel modo di parlare, nel modello che offre ai ragazzi della strada. Smettiamola, per favore, con il campanilismo becero per cui poiché è napoletano, noi napoletani dobbiamo auspicare che vinca Sanremo un impresentabile», prosegue Cutolo, aggiungendo inoltre come «l’autoconsolazione» sia «la rovina di Napoli» poiché «certi simboli fortificano la malavita e se la malavita si fortifica saranno uccisi altri Giogiò che tanto potrebbero dare alla nostra città». 

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