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Dal caso Ghali-Israele alla «censura» di Dargen D’Amico sui migranti, Domenica In ora è un caso: «Da Mara Venier pessima pagina di tv»

12 Febbraio 2024 - 18:55 Alba Romano
Opposizioni e social all'attacco all'indomani della puntata post-Sanremo del varietà di Rai 1

La puntata di Domenica In – Speciale Sanremo condotta da Mara Venier è finita al centro della bufera politica (e partitica). Per i componenti del Pd della commissione Rai, quella di domenica 11 febbraio è stata «una brutta pagina» per la tv di Stato. Tre episodi in particolare hanno scatenato le critiche da parte degli schieramenti e sui social. La risposta di Ghali all’ambasciatore israeliano, che aveva protestato per la «diffusione di odio» sul palco dell’Ariston, con un implicito riferimento all’appello a «fermare il genocidio» declamato durante la finale dal cantante: «Per cosa altro avrei dovuto usare questo palco? Io sono un musicista prima di salire su questo palco: ho sempre parlato di questo fin da quando sono bambino», ha replicato il rapper a uno degli ospiti di Venier. Quindi è stato il turno di Dargen D’Amico, che ha accolto con piacere l’invito di un altro giornalista ospite a dire la sua sull’immigrazione, tema del suo brano Onda Alta: «Quello che gli immigrati immettono nelle casse dello Stato per pagarci le pensioni è più di quello che spendiamo per l’accoglienza. Queste sono statistiche che andrebbero raccontate», ha sottolineato il cantautore prima di essere bruscamente interrotto da Venier. «Qui è una festa, parliamo di musica. Ci vorrebbe troppo tempo per affrontare determinate tematiche, e noi il tempo non ce l’abbiamo». Imbarazzo e nervosismo evidenti, poi, una volta allontanatosi il cantante, in sottofondo la conduttrice si è sfogata con i suoi ospiti: «Mettete in imbarazzo me, non vi faccio parlare più, perché non è questo il posto per dire alcune cose». Infine, proprio prima di chiudere la puntata e dare la linea al Tg1, la lettura evidentemente imposta alla conduttrice del comunicato sempre dell’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, con cui la tv pubblica ha preso le distanze da Ghali esprimendo solidarietà al «popolo d’Israele e alla comunità ebraica» in relazione alla nota dell’ambasciatore Bar. «Parole che ovviamente condividiamo tutti», ha chiosato ecumenica Venier. 

«Brutta pagina» e «Censura» 

«La libertà di espressione degli artisti è sacrosanta e va rispettata», è il messaggio del Partito democratico. «Ieri abbiamo assistito a una brutta pagina della Rai con l’Ad che si è elevato a giudice dei contenuti di una canzone e di ciò che dice un artista sul palco e Mara Venier che si è prestata a fargli da megafono – continua la nota -. La questione non è la condanna della strage del 7 ottobre, che ci vede tutti uniti, come ci vede tutti uniti a chiedere il cessate il fuoco umanitario a Gaza, quanto il rispetto degli artisti e la salvaguardia del pluralismo del servizio pubblico, la distinzione e la prerogativa dei ruoli, il rispetto del codice etico, del contratto di servizio e del Tusma». E poi ancora: «Non compete all’Ad entrare sui contenuti, addirittura in prima persona, interpretando arbitrariamente dichiarazioni o performance artistiche e imponendo la lettura di un proprio comunicato in diretta tv per informare gli italiani del proprio pensiero». 

A parlare apertamente di «censura» è il responsabile Informazione del Pd, Sandro Ruotolo, in riferimento al modo in cui Venier ha interrotto Dargen D’Amico. Per l’ex ministro del Pd, Andrea Orlando, si tratta invece di una «questione generazionale»: «Come boomer – sottolinea – mi vergogno un po’. L’ottusità (ed è un eufemismo) censoria che si è sviluppata nelle ultime 48 ore è imbarazzante. Non credo sia un caso che sia stato messo in atto da boomer. Lo scambio Venier-cantanti di ieri è certo l’indice del conformismo burocratico della Rai. Ma vale quanto un saggio sociologico: paternalismo e difficoltà a cogliere sino in fondo le implicazioni che la rete ha avuto. È un piccolo spaccato di qualcosa di più grande, oltre alla questioni che hanno fatto scattare la censura (Gaza, migranti) c’è dietro una difficoltà crescente a capirsi tra generazioni diverse».

La difesa di Tajani: «Serve equilibrio»

Non è dello stesso parere il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ribadisce come «i messaggi» debbano essere «sempre equidistanti». Per il vicepremier «è mancato nella prima giornata (del Festival, ndr) un messaggio a tutela degli ostaggi. Ieri pomeriggio c’è stato un intervento da parte di Mara Venier che ha letto una dichiarazione di Sergio, che ha riequilibrato la situazione. Il primo giorno sembrava una scelta soltanto di una parte, la seconda è stata più equilibrata, ha portato equilibrio in una posizione che pendeva soltanto da una parte. È giusto dire basta con i morti civili palestinesi, ma dobbiamo dire che c’è un responsabile per tutto ciò che è accaduto: non possiamo dimenticare le vittime innocenti israeliane, non possiamo non chiedere la liberazione degli ostaggi», sottolinea Tajani a margine della conferenza stampa organizzata da Forza Italia alla Camera rispondendo a chi chiedeva un commento sulle dichiarazioni fatto durante il Festival di Sanremo sul conflitto a Gaza. «Sempre serve – aggiunge il ministro – da parte italiana grande equilibrio. Se si vuole la pace bisogna sempre lavorare in nome della giustizia. Ci sono vittime innocenti tra la popolazione civile palestinese. E l’abbiamo detto fin dall’inizio a Israele che non si può fare una carneficina, che non ha nulla a che vedere con l’olocausto. Sono contrario alla parola olocausto, ma non si può fare una carneficina. Ma Hamas deve liberare immediatamente gli ostaggi», ha concluso. Sulla vicenda interviene anche il sindacato Rai, Usigrai che «ribadisce, anche nei confronti dell’editore, l’autonomia e l’indipendenza dell’informazione dei giornalisti Rai» che sono «impegnati con colleghe e colleghi su tutti i fronti di guerra, per riportare le notizie con equilibrio e rispetto dei fatti».

La «rabbia» social

Anche gli utenti social sono insorti contro la conduzione della puntata di ieri di Domenica In da parte di Mara Venier. Sono molti i commenti su X, a sostegno delle parole di Ghali e Dargen D’Amico, che accusano la Rai di censura nei confronti dei due cantanti e parlano di «pagina vergognosa del servizio pubblico». Nel mirino è finito anche il comunicato dell’amministratore delegato Rai: decine di utenti hanno infatti postato il filmato della lettura della nota da parte della conduttrice, stigmatizzando, in particolare, il commento conclusivo della conduttrice: «Queste sono le parole del nostro amministratore delegato che ovviamente condividiamo tutti».

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