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Tutti i miliardi che piovono sull’agricoltura italiana: più della metà dei sussidi sono «dannosi» o «incerti» per l’ambiente

12 Febbraio 2024 - 13:00 Gianluca Brambilla
L'ultimo rapporto del ministero, relativo al 2021, identifica 168 sussidi che hanno ricadute sull'ambiente, per un totale di 52,5 miliardi di euro

La transizione ecologica non può fare a meno dei sussidi di Stato. Per favorire il passaggio a un’economia più sostenibile i governi di tutto il mondo hanno creato un intricato sistema di incentivi, agevolazioni e contributi a fondo perduto. A oggi, però, in Italia i sussidi che hanno una ricaduta negativa sull’ambiente sono più di quelli che generano un impatto positivo. Il tema è tornato di attualità sulla scia delle proteste degli agricoltori, che sono iniziate in Germania e in Francia ma hanno finito per diffondersi a macchia d’olio in tutta Europa. In Italia, il governo ha provato ad andare incontro agli agricoltori facendo marcia indietro sulla reintroduzione dell’Irpef per i redditi agricoli. Dal 2017, gli addetti del settore sono esentati dal pagamento dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, ma la legge di bilancio 2024 aveva cancellato questa agevolazione. Alla fine, la rivolta dei trattori ha convinto il governo a fare marcia indietro, annunciando una proroga dell’esenzione Irpef per tutti i redditi inferiori a 10mila euro, ossia circa il 90% degli agricoltori. Entro il 2026, l’Italia intende ridurre i sussidi ambientalmente dannosi di almeno 2 miliardi di euro. E tra i possibili tagli ci sono anche gli sgravi sui carburanti agricoli.

Quanto valgono in Italia i sussidi a favore e contro l’ambiente

L’ultimo rapporto del ministero dell’Ambiente, relativo al 2021, identifica 168 sussidi che hanno ricadute sull’ambiente, per un totale di 52,5 miliardi di euro. Di questi: 22,4 miliardi sono sussidi ambientalmente dannosi (Sad), 18,6 miliardi sono sussidi ambientalmente favorevoli (Saf) e 11,5 miliardi sono sussidi ambientalmente incerti (Sai). Quasi la metà di tutti questi aiuti (il 44%) riguarda l’energia, ma anche il settore «Agricoltura e Pesca» è uno dei principali beneficiari dei sussidi ambientali. Stando a una stima di Pagella Politica, gli aiuti di Stato al comparto agricolo valgono oltre 8 miliardi di euro all’anno. Di questi: circa un miliardo di euro ha ricadute negative sull’ambiente, 3,3 miliardi hanno un impatto positivo e 4 miliardi hanno un impatto incerto. Nel rapporto del Mase, si distingue in realtà tra due diverse tipologie di sussidi: quelli diretti, in cui le risorse vengono trasferite direttamente a un gruppo di beneficiari; e quelli indiretti, che si traducono in un mancato gettito nelle casse dello Stato. Complessivamente, i sussidi ambientali sono cresciuti dai 42,8 miliardi del 2016 ai 52,4 del 2021. Ad aumentare sono tutte le voci, sia quelle relative agli aiuti ambientalmente favorevoli (passati da 16,1 a 18,6 miliardi) sia quelle relative agli aiuti dannosi (da 18,2 a 22,3 miliardi).

I sussidi per l’agricoltura

Se si prende in considerazione il settore agricolo, il sussidio più oneroso (2,1 miliardi) è il cosiddetto «regime di pagamento di base», finanziato in parte dal governo e in parte dall’Unione europea. Il rapporto del Mase descrive la misura come «un sostegno assegnato agli agricoltori per garantire equità e stabilità ai redditi agricoli, mediamente più bassi rispetto a quelli percepiti dagli operatori di altri settori economici e soggetti ad elevate fluttuazioni». Questo sussidio viene classificato come «ambientalmente incerto», dal momento che solo una parte dei fondi è legata al rispetto di pratiche virtuose da parte degli agricoltori. Un esempio di sussidio ambientalmente favorevole è il greening, anche questo cofinanziato dall’Ue, che vale 1,1 miliardi di euro. Si tratta di un pagamento versato alle aziende agricole che adottano pratiche benefiche per il clima e l’ambiente, come la diversificazione delle colture. Un esempio di Sad è invece il già citato sconto sui carburanti agricoli, che costa allo Stato italiano circa 900 milioni di euro all’anno. Per un normale consumatore, l’accisa è di 73 centesimi per ogni litro di benzina e 62 centesimi per ogni litro di gasolio. Per gli agricoltori, le due accise scendono rispettivamente a 40 e 19 centesimi al litro. A figurare come sussidi ambientalmente dannosi sono anche le aliquote agevolate dell’Iva per l’acquisto di fertilizzanti, che valgono 88 milioni di euro all’anno.

Foto di copertina: ANSA/Giuseppe Lami | La protesta degli agricoltori di fronte al Colosseo (Roma, 9 febbraio 2024)

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